14 Maggio 2022
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Nuoro - Una grande evento ecclesiale che si riveste di tanti significati anche dal punto di vista sociale: è il portato della prossima beatificazione di padre Giovanni Antonio Solinas che si terrà a Oran, in Argentina, il 2 luglio. Il cammino di preparazione è stato presentato in una conferenza stampa presso la Curia vescovile sabato 14 maggio.
Dopo le beatificazioni di Maria Gabriella Sagheddu nel 1983 e di Antonia Mesina nel 1987 «questo è un terzo segno di benedizione speciale per la nostra terra – ha affermato don Francesco Mariani, direttore del settimanale e responsabile dell’Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi -, tra i beati due sono martiri, non è un caso. Il cristianesimo in Sardegna ha origine dal martirio, la beatificazione è utile a ricordare questo». Ogni martirio, poi, «ha la sua attualità, siamo chiamati a riscoprire la passione per il Vangelo di padre Solinas – ha proseguito – è questa occasione servirà per motivare tanti a un respiro missionario in una Diocesi che ne ha avuto tanti». C’è poi un secondo aspetto da ricordare, il cristianesimo è segno della nostra identità, ha contribuito a plasmarla – ha ricordato ancora don Mariani -, basti pensare al ruolo che i Gesuiti hanno avuto per Oliena: «Quando parliamo di cambiamenti in Sardegna ricordiamo quanto la Chiesa abbia contribuito a cambiare mentalità, quante volte il perdono ha prevalso sull’odio. E questo – ha concluso – è frutto di tante testimonianze cristiane».
La Diocesi – ha detto il Vescovo Antonello presentando le iniziative – è coinvolta ed è onorata per questo evento che segna la continuità del rapporto tra la nostra Chiesa e l’Argentina. Per l’occasione, nella celebrazione in preparazione alla beatificazione che si terrà il 5 giugno in Cattedrale, il Vescovo consegnerà alla Diocesi una Lettera pastorale.
Insieme al Vescovo e al sindaco di Oliena faranno parte della delegazione diocesana 19 persone fra sacerdoti, seminaristi e laici che si recheranno a Oran per la cerimonia di beatificazione presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.
Grande soddisfazione ha espresso il sindaco di Oliena Bastiano Congiu, facendosi portavoce dell’entusiasmo e della trepidazione con le quali l’intera cittadinanza attenda questo momento. «La presenza dei Gesuiti a Oliena è un tratto caratterizzante, non solo il Collegio ne conserva la memoria storica ma anche l’agricoltura del territorio è frutto di quella presenza» – ha ricordato il sindaco. Congiu ha poi sottolineato l’attualità dell’opera dei Gesuiti in terra di missione, come l’esperienza delle Reducciones ci riporti alla ribellione e alla resistenza delle popolazioni contro i soprusi del potere.
Don Antonello Tuvone – che ha vissuto una esperienza di missione proprio ad Oran, Diocesi nella quale ha ricoperto anche il ruolo di Vicario generale – ha voluto porre l’accento sulla straordinaria esperienza di martirio che è stata per l’epoca quella di padre Solinas, di do Pedro Ortiz de Zarate e di 18 laici: «una esperienza comunitaria, profetica, immagine della Chiesa che sarebbe venuta dal Concilio Vaticano II». Don Tuvone ha poi fatto riferimento ai missionari diocesani don Ignazio Truzzu, don Diego Calvisi e don Andrea Buttu che hanno legato il proprio nome a quello di Oran.
Il Vicario don Giuseppe Mattana, già parroco a Oliena ha potuto toccare con mano come la memoria di padre Solinas sia viva in quella comunità e ha citato il grande convegno di studi promosso dalla parrocchia nel 2017 che è servito a dare una grande spinta al processo canonico di beatificazione come testimoniato dalla presenza della postulatrice suor Isabel Fernandez.