Votare controvoglia eppure bisogna farlo
di Francesco Mariani

9 Giugno 2024

3' di lettura

C’è una previsione statistica, opinabile come tutti i sondaggi, secondo la quale alle elezioni europee, dell’8 e 9 giugno, vincerà il partito dell’astensionismo. Il partito maggioritario anche in altre consultazioni elettorali. L’astensione ha ragione o torto in questo frangente?

Bisogna dire che la campagna elettorale avviata a conclusione ha invogliato ben pochi a recarsi alle urne. È stata registrata come una conta tra partiti nostrani di maggioranza ed opposizione, come se avessimo a che fare con l’elezione del parlamento italiano, come se avessimo a fare col nostro appartamento e non col condominio europeo. Di Europa si è parlato ben poco rispetto alle beghe del nostrano e rissoso orticello.

Nel sentire comune (seppure non lo si ammetta) una delle principali motivazioni a favore dell’astensione è che l’Unione Europea è ormai un “sistema” governato da banche e lobby, poteri occulti e speculazioni inconfessabili. In quest’ottica, qualsiasi sia la maggioranza parlamentare che uscirà dalle elezioni nulla cambierà. Modalità e finalità sarebbero già tracciate in nome di una democrazia fasulla. Pasolini parlava del “nuovo Principe” evoluto e più furbo di quello machiavellico perché capace di imbonire non solo corpi ma anche coscienze. Scaltro nel maneggiare le carte in tavola indipendentemente da come va lo spoglio delle schede elettorali. D’altronde siamo chiamati a votare per un parlamento che non ha iniziativa legislativa. 

In Sardegna si aggiunga lo scetticismo circa la possibilità di avere un nostro europarlamentare. Come collegio elettorale siamo abbinati alla Sicilia che di elettori ne ha cinque volte più di noi. Un tempo, i grandi partiti riuscivano a dividere la torta elettorale ma oggi non è più così. Pertanto non sono pochi quelli che invocano l’astensionismo per far capire che i sardi hanno diritto reale di rappresentanza in Europa. Io restavo stupito quando nelle cartine geografiche, nel mappamondo in uso nel Paraguay, non compariva la Sardegna e neanche la Corsica. Poi ho visto che spesso e volentieri la nostra isola non compariva nelle previsioni meteo delle italiche testate televisive. Qualcosa è cambiato ma mica tanto.

Insomma, a conti fatti, noi siamo italiani quando lo decidono i continentali ed europei magari se c’è da dislocare qualche base militare, praterie di fotovoltaico e foreste di pale eoliche; quando c’è da importare semi e piante (nonché bestiame) geneticamente modificate in barba alle produzioni autoctone. Per me la poesia e finita quando anni fa, in uno studio di un notissimo intermediario algherese, ho visto le mappe di quanto territorio sardo fosse di proprietà di belgi, olandesi, tedeschi, che avendo dismesso la loro colonizzazione africana si erano trasformati in nostri colonizzatori. La storia continua.

Eppure nel caso delle prossime elezioni ritengo che sia bene recarsi al voto. L’astensione non impensierisce il potere, anzi ne risulta avvantaggiato. L’aumento dell’astensione è ciò che il potere desidera. Inoltre, l’astensione non lancia un messaggio chiaro, può essere declinata in modi diversi in base agli interessi di chi interpreta. Andiamo a votare un candidato sardo, possibilmente in sintonia con la dottrina sociale della Chiesa, per dire no al colonialismo. 

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