Tre mesi di fuoco per la politica sarda
di Sergio Nuvoli
9 Settembre 2025

I mesi tra settembre e novembre saranno cruciali per la politica sarda. Il 24 settembre è infatti fissata – al momento – l’udienza della Corte costituzionale sul conflitto di attribuzioni tra Stato e Regione Sardegna in merito al caso della decadenza della Presidente Todde e, con lei, dell’intero Consiglio. Due mesi più tardi, invece, salvo rinvii dovrebbe pronunciarsi la Corte d’Appello sul ricorso contro la sentenza di primo grado sulla stessa vicenda. Comunque vada a finire, parliamo di due decisioni destinate a incidere profondamente sulla permanenza in carica dei 60 consiglieri regionali.

Si tratta di tre mesi di fuoco, dunque, per la politica di casa nostra, con l’ex manager nuorese oggi presidente della Regione impegnata a spegnere qualunque polemica, a ripetere a mezzo stampa che «la giunta non si cambia», e «con il Pd siamo diversi, lo sapevamo dall’inizio». Messaggi affatto casuali: il primo, sulla richiesta per nulla velata dei Progressisti di scaricare Gian Franco Satta, l’assessore all’Agricoltura rimasto senza partito, e il secondo sulle sollecitazioni giunte dal Presidente del Consiglio Piero Comandini, ancora segretario dei dem. Quest’ultimo ha chiesto alla Presidente, con modi affettuosi ma sibilanti, al momento invano, uno scatto di reni, un cambio di passo, evidentemente non chiaro per il Partito democratico.

Nel frattempo la Giunta Todde ha scoperto le cabine di regia: in una delle ultime sedute, ne ha istituito un’altra. Quella per Einstein Telescope sarà coordinata dalla governatrice e composta dagli assessori alla Programmazione, agli Affari generali, agli Enti Locali, all’Industria, ai Lavori Pubblici e al Lavoro, dai sindaci dei Comuni dell’area interessata dal progetto (ovvero Lula, Bitti, Onanì, Orune) e di Nuoro.

Da tempo lavorano quella per il Piano energetico regionale e quella per il PNRR, istituite alla fine dello scorso anno, e quella sul Comparto Unico Regionale, quel complesso meccanismo che – nella mente di chi lo ha pensato – dovrebbe equiparare gli stipendi dei dipendenti degli enti locali a quelli della Regione, per evitare la fuga dei primi verso compensi più soddisfacenti. C’è poi quella composta – su proposta dell’assessore Bartolazzi – da medici oncologi di fama internazionale, che dovrebbe fornire supporto nel coordinamento strategico della Rete oncologica regionale. E siccome fama internazionale in Sardegna ce n’è poca, gli esperti che ne fanno parte sono tutti non sardi. 

In definitiva, la Giunta Todde cerca (a buon diritto, sia chiaro) di allargare il perimetro delle decisioni, ma in qualche caso finisce per alimentare i mal di pancia della già rabberciata (nonostante le apparenze) maggioranza. 

Come quando a metà giugno ha deliberato di stanziare una consistente cifra (si parla di circa 3 milioni di euro, un fiume di soldi) per studi e consulenze, da cercare ovviamente fuori dalla macchina amministrativa regionale, spalmati su tutti gli assessorati. 

Qualche esempio delle richieste avanzate dai membri dell’esecutivo alla Presidente? Si va da un  incarico riguardante la riduzione della partecipazione azionaria in Abbanoa a studi sul servizio idrico regionale, dalla predisposizione della proposta di una nuova legge elettorale da presentare alla giunta e successivamente al Consiglio (visto che, con ogni evidenza, il Consiglio non la farà mai) a tre incarichi per affiancare le strutture nella creazione di una piattaforma tecnologica per la produzione e la visualizzazione dei dati, da uno studio della situazione della società Janna ad una consulenza sulla riforma della normativa in materia di edilizia popolare, dallo studio della riorganizzazione della Biblioteca regionale fino al supporto di un esperto nella vertenza Entrate con lo Stato. Ma ci sono state richieste anche per consulenze sul sistema dei parchi regionali e sul riordino della sanità territoriale, sul monitoraggio del progetto Iscola, sui consorzi industriali e svariate consulenze specialistiche sull’universo mondo. Nella maggior parte dei casi si tratta di interventi “a posteriori”, come dire: prima delibero di fare qualcosa, poi mi rendo conto che non c’è in casa la professionalità per farlo, e allora la pesco da fuori.

Fatto di conto e verificato che la somma finale avrebbe sforato tetti di spesa ancora validi, la Giunta Todde ha provveduto a sforbiciare le richieste e a risparmiare circa 300mila euro sul totale iniziale. Quella delle consulenze e degli studi specialistici – sia ben chiaro – è ormai una prassi di tutti gli esecutivi in Regione, ma dimostra anche per l’ennesima volta l’estrema fragilità dell’apparato burocratico, nonostante le periodiche assunzioni fatte negli ultimi anni. In molti casi, poi, non si sa come va a finire la ricerca dell’esperto (o dell’esperta) di turno: spesso, infatti, si tratta di persone destinate a lavorare in modo oscuro all’interno della macchina amministrativa, senza alcun controllo sui risultati raggiunti. E anche questo è un male trasversale della politica sarda di ogni colore, non certo un problema di Alessandra Todde. A voi le conclusioni.

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