Sussurri e grida nella politica sarda
di Sergio Nuvoli
7 Ottobre 2025

Nella politica sarda continuano i riposizionamenti: le porte girevoli stavolta riguardano la Lega, il partito rimasto clamorosamente fuori dal Consiglio dopo la stagione guidata dai sardoleghisti. Una esce, uno entra. Dopo il congelamento – ormai un addio – di Alessandro Sorgia, l’unico eletto nella lista di Salvini alle elezioni del 2024, pochi giorni fa è stato il turno di Valeria Satta, in realtà non notissima al grande pubblico. 

Si tratta dell’assessora al personale della giunta Solinas, poi transitata all’agricoltura al posto di Gabriella Murgia, sempre per volontà – dicono – di Matteo Salvini. Da qualche mese Satta è presidente di Federterziario, un’associazione di imprese in grado evidentemente di garantirle adeguata visibilità, chissà, magari in attesa di tempi migliori. Un pezzo se ne va e un pezzo torna: rientra infatti tra i seguaci di Pontida Andrea Piras, consigliere regionale nella passata legislatura transitato poi armi e bagagli nell’Udc. Va detto che, dopo la scomparsa di Giorgio Oppi, il partito con lo scudocrociato sta lentamente evaporando in Sardegna. 

I due – Satta e Piras – hanno rilasciato a mezzo stampa dichiarazioni di segno opposto, quasi simmetriche e facilmente intuibili. «Non mi ritrovo più nel disegno di Matteo Salvini», ha detto lei, «La Lega è sempre stata la mia casa», ha replicato il figliol prodigo.

E mentre nel centrodestra continuano a leccarsi le ferite, sembra fare passi da gigante la continuità territoriale targata Alessandra Todde. Sono ore cruciali per la svolta annunciata sui cieli sardi, e se tutto – come pare – andrà in porto con la pubblicazione del bando, c’è da chiedersi a voce alta perché la politica sarda non abbia introdotto prima i parametri impostati dall’assessora Barbara Manca, prestata al Campo largo dall’esecutivo quartese di Graziano Milia. A stretto giro è però arrivato l’annuncio di un ricorso contro i nuovi meccanismi da parte di Aeroitalia, la compagnia che gestisce ora i principali scali con il vecchio sistema, impegnata a cambiare marchio e livrea. A dire dei suoi vertici, infatti, la giunta regionale avrebbe tratteggiato un impianto cucito sartorialmente, tra compensazioni e oneri di servizio, su un’altra società. Fioccheranno i ricorsi?

Buone notizie non arrivano invece dal fronte sanità. La morte in circostanze drammatiche di Maddalena Carta, medico di Dorgali, dovrebbe segnare a fuoco tutta la politica sarda che invece continua a ballare sul Titanic: non bastano i dati sulle liste d’attesa infinite, sui ritardi nelle visite, le inchieste giornalistiche sugli ospedali chiusi o in forte decadenza. Meglio baloccarsi sui possibili trasferimenti di reparti da un nosocomio all’altro, non a caso sempre e solo su Cagliari (questioni che, grazie a Dio, non riguardano la politica). 

Certo, l’assessore Bartolazzi non ha brillato nelle ultime settimane. 

Suscitando notevole imbarazzo nella maggioranza, non si è presentato al Consiglio comunale di Cagliari, dove era in programma una discussione sulla sanità e sugli ospedali del capoluogo organizzata da un’esponente del centrosinistra. 

Ma l’oncologo romano non si è presentato neppure a Tramatza, dove medici di medicina generale, rappresentanti dell’Anci e la commissione Sanità del Consiglio regionale si sono confrontati nei giorni scorsi sulla crisi profonda che attraversa la categoria nell’isola. E c’è perfino chi ha fatto notare la sua assenza in Consiglio regionale all’inizio del dibattito sulla legge sul fine vita.

Gli assessori non sono certo pagati per partecipare ai dibattiti, ma da queste parti c’è chi ancora tiene molto a questo genere di liturgie. Perplessità ben più serie ha invece suscitato la mossa del commissario straordinario della Asl di Nuoro, che ha nominato le direttrici dei distretti di Nuoro e Siniscola, indicando la loro presa di servizio a partire dal primo gennaio 2026. La professionalità delle dottoresse non è minimamente in discussione, ma diversi osservatori si chiedono se un commissario straordinario, in procinto di essere sostituito dalla giunta Todde entro la fine di ottobre da un direttore generale, possa fare nomine valide a partire dall’anno successivo, da un momento cioè in cui lui non guiderà più la sanità nuorese. E – ancora di più – se sia opportuno pubblicizzarle a suon di post sulla pagina facebook dell’azienda in un momento davvero drammatico per la sanità sarda.

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