
6 Ottobre 2025
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Oggi le parole sembrano fragili, inadeguate, davanti a una perdita tanto improvvisa quanto ingiusta.
Maddalena non era solo un medico di famiglia, ma un punto di riferimento per la sua comunità. Ogni paziente per lei non era mai solo un caso clinico, ma una persona con i propri timori, speranze, dolori e sogni. Li ascoltava tutti con quella sua dolcezza disarmante, con quella calma che riusciva a far sentire accolti e al sicuro anche nei momenti più difficili.
Ma Maddalena era anche molto di più. Giovane donna dal sorriso gentile e dallo sguardo attento, di grande talento e sensibilità, ha dedicato la sua vita allo studio e alla cura degli altri, cominciando il suo percorso a Cagliari, dove ha affrontato con impegno e passione gli anni di formazione che l’hanno preparata a diventare un medico di famiglia attento e scrupoloso.
È stata cofondatrice e membro del direttivo della nostra Associazione IPF e malattie rare del polmone Sardegna Odv, nata proprio qui a Dorgali, spinta dal suo cuore grande e dal desiderio profondo di migliorare la vita delle persone colpite da questa malattia.
Senza di lei, senza il suo entusiasmo, la sua tenacia gentile e la sua straordinaria sensibilità, quell’associazione non sarebbe mai diventata ciò che è oggi.
Ci ha insegnato cosa vuol dire esserci davvero per gli altri. E lo faceva senza mai cercare il riflettore, con una grazia rara. La sua partecipazione attiva in questa e in altre associazioni di volontariato come la Croce Azzurra e la Croce Verde ha dimostrato quanto il suo cuore fosse rivolto al servizio degli altri, sempre pronta a dare una mano, a offrire conforto e a promuovere consapevolezza.
La sua scomparsa improvvisa ci ha lasciati sgomenti. È difficile accettare che una vita così luminosa possa spegnersi così in fretta. Ma se c’è una cosa che ci ha insegnato è che l’amore, l’impegno, la cura e la gentilezza che seminiamo nel mondo continuano a vivere anche dopo di noi.
E in questo senso, Maddalena è ancora con noi. È nelle persone che ha aiutato, nei colleghi che ha ispirato, nei pazienti che ha curato, nell’Associazione che ha fondato e nella memoria di tutti noi che l’abbiamo conosciuta e amata.
A nome di tutti, voglio esprimere la più profonda gratitudine per aver avuto il privilegio di camminare per un pezzo di strada insieme a lei.
Ci mancherà ogni giorno. Ma ogni giorno proveremo a onorarla continuando ciò che lei ha iniziato, con la stessa passione, con la stessa dolcezza, con la stessa immensa umanità.
Claudia Fancello
Alla mia collega Maddalena
Cara Maddalena, abbiamo pregato incessantemente per te. Venerdì 19 e sabato 20 siamo stati in contatto, abbiamo conversato per il convegno sulla Fibrosi Polmonare che avresti dovuto moderare sabato 4 ottobre e che avevi organizzato insieme a Claudia. Per telefono ho registrato la tua voce squillante nel darmi le informazioni e le motivazioni del convegno per poi scrivere l’articolo per L’Ortobene. Proprio domenica 21 avevo scritto: “Siete due Amazzoni al galoppo per vincere la battaglia per la vita”.
Mercoledì siamo rimasti sconvolti. Tutta la comunità di Dorgali ha pregato per te, sei volata subito in Cielo come un angelo fra gli angeli.
Eravamo vicini di casa, ti ho visto crescere, da bambina sei venuta a casa mia in Sicilia insieme ai tuoi genitori. Siamo stati colleghi, la medicina come missione, sempre disponibile, professionalmente molto preparata, umana, entravi subito in empatia con il paziente, parlavi con quel dolce sorriso specchio del tuo cuore che donava fiducia, sicurezza, serenità. Ti ricordi quando appena laureata e mi dicesti che volevi imparare a suturare le ferite. Prima facemmo delle prove su due pezzi di lenzuola e poi alla prima occasione ti chiamai e hai dato i primi punti di sutura, perfetti, come un ricamo, decisa e precisa perché avevi la medicina nel sangue. Era bello conversare e dialogare con te.
Come medico di famiglia eri già un punto di riferimento per tutta Dorgali e tale saresti rimasta per sempre. Preparata, senza superbia, modesta, amorevole, stavi accanto al paziente, lo ascoltavi, non avevi fretta, la tua presenza era già efficacia terapeutica, non incutevi timore come può succedere con chi indossa un camice bianco. Tu, che viveri ogni giorno per vincere la battaglia per la vita dei tuoi pazienti, non ce l’hai fatta per rimanere insieme a noi che ti abbiamo sempre stimato e ti abbiamo voluto bene.
Cara Maddalena arrivederci in Paradiso. Unisco il mio profondo e affettuoso cordoglio al dolore inconsolabile e alle lacrime dei tuoi familiari, Lina, Anzelino, Gianmaria.
Grazie Maddalena.
Gaetano Solano