La sede della scuola parigina. In basso: Alessandro Lupino
Dall’Asproni alla prestigiosa Sciences Po di Parigi
di Priamo Marratzu

10 Aprile 2025

3' di lettura

Per Alessandro Lupino, studente del quinto anno del Liceo Linguistico Giorgio Asproni, si sono aperte le porte della prestigiosa scuola parigina SciencesPo che si trova ai vertici delle migliori università del mondo. È la prima della Francia e dell’Unione Europea nel settore degli studi politici che ha formato personalità illustri quali i presidenti della Repubblica da Francois Mitterand a Jacques Chirac fino a Emanuel Macron.

Dopo una selezione durissima il giovane di Orosei è stato scelto tra coloro che potranno frequentare il corso di laurea dedicato a formare i migliori politici del panorama europeo. La notizia ha riempito di orgoglio i docenti del liceo Asproni e il dirigente scolastico Antonio Fadda. Ancor di più per le docenti di lingua francese, le professoresse Giovanna Pira, Silvie Nivola e Jeanne Spano, con cui Alessandro ha conseguito la certificazione B2.

Racconta il tuo percorso scolastico.
«Dopo le medie, avevo le idee chiare: volevo coltivare la mia passione per le lingue, che già allora mi affascinavano profondamente. Questa certezza mi ha portato al Liceo Linguistico Asproni, un ambiente dinamico e stimolante dove ho potuto immergermi nello studio delle lingue e delle culture straniere, scoprendo non solo nuove forme di comunicazione, ma anche me stesso. Le lezioni interattive, il confronto costante con docenti e compagni, e le numerose attività extracurricolari – dai progetti internazionali alle simulazioni di dibattiti – hanno plasmato la mia mentalità aperta e il mio spirito critico. Pertanto, il liceo è stato più di un semplice percorso formativo: è stato un viaggio di crescita personale, che mi ha insegnato l’importanza del dialogo, della curiosità intellettuale e dell’adattabilità in un mondo sempre più interconnesso».

Come me nasce la tua passione per la scienza politica?
«È nata dalla fascinazione per il potere delle idee nel plasmare la realtà. Leggendo la celebre massima del Cardinale Richelieu – “La politica è l’arte di rendere possibile ciò che è necessario” – ho capito che la politica non è solo potere, ma anche creatività, mediazione e visione. Mi affascina il suo duplice volto: da un lato, la concretezza delle istituzioni e delle strategie; dall’altro, l’ideale di trasformare bisogni collettivi in soluzioni tangibili. Studiarla significa per me decifrare il codice invisibile che regola società e conflitti, sempre con uno sguardo critico e la curiosità di chi vuole comprendere, prima ancora di giudicare».

Quali prove hai dovuto superare?
«Il processo di ammissione a Sciences Po si articola in due fasi distinte: una valutazione scritta e un colloquio orale».  

Dove andrai a vivere?
«Avendo ottenuto l’ammissione a Sciences Po, avrò il privilegio di studiare e vivere nel suo centrale campus parigino, uno dei sette poli che compongono questa istituzione disseminata sul territorio francese».

Cosa ti piacerebbe fare dopo università?
«Dopo Sciences Po, mi immagino a lavorare nel campo della diplomazia e delle relazioni internazionali, dove competenze tecniche e sensibilità culturale si incontrano. Aspiro a contribuire al dialogo tra Stati e istituzioni, trasformando le sfide globali in opportunità di cooperazione. Che sia in un’organizzazione internazionale, nel servizio diplomatico o nel settore privato, il mio obiettivo è essere un ponte tra mondi diversi, interpretando complessità con pragmatismo e visione».

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