Bestiame bloccato in un’azienda dell’agro di Nuoro
Dermatite bovina, ecco il piano
di Antonella Poggiu

5 Luglio 2025

6' di lettura

In seguito all’allerta diramata lo scorso 20 giugno dalla Struttura Complessa di Sanità Animale del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl 3 di Nuoro, che denunciava la presenza di un caso di Dermatite nodulare bovina nell’Isola, è stato immediato il divieto di movimentazione dei bovini (specie recettiva alla malattia), degli ovi-caprini, degli equidi e dei suidi, nei 52 comuni del territorio di competenza. Attualmente la regione Sardegna conta quattro focolai confermati, due a Orani, uno a Orotelli e uno a Bottida, mentre l’epidemia si espande nel territorio nazionale fino alla Lombardia con un focolaio a Porto Mantovano, correlato al primo riscontrato nel nuorese.

«La prima fase di intervento consiste nelle visite cliniche in tutti gli allevamenti ricadenti nella zona di protezione, che ha un raggio di venti km dai focolai, e in quella di sorveglianza a cinquanta km dai focolai – ci spiega Giovanni Maria Zidda, direttore della Struttura Complessa Sanità Animale della Asl -. Nel mentre il Ministero e la Commissione Eu si sono attivati per reperire il vaccino, attualmente non in commercio nell’Unione Europea ma che appena disponibile, darà il via alla campagna vaccinale. Il farmaco oltre ad immunizzare, con effetto terapeutico permetterà la regressione dei sintomi nei capi infetti».

Tale vaccino era stato precedentemente utilizzato nei Balcani quando a partire dal 2015 la Grecia fu tra i primi paesi europei ad essere colpiti dalla Lumpy Skin Disease (LSD) proveniente dal Nord Africa. La campagna vaccinale al tempo portò alla totale – fino ad oggi – eradicazione della malattia nel continente europeo.

La zona di protezione (ZP), evidenziata in viola, con un raggio di 20 km dal focolaio.
La zona di sorveglianza (ZS), colorata in azzurro, che si estende per 50 km attorno al focolaio

Nell’attesa che a giorni gli studi rivelino l’origine certa della malattia, attraverso la tipizzazione genetica del virus, si ipotizzano due teorie: la prima vede protagonista l’Africa settentrionale mentre la seconda i Balcani. Risulta però complicato ricondurre il contagio all’Africa nel momento in cui l’area colpita è quella del centro Sardegna e non del sud.

«Dalla scoperta del primo caso venerdì 20 giugno, il nostro intervento è stato immediato – racconta il direttore – abbiamo sequestrato l’allevamento interessato e bloccato tutte le aziende della Asl di Nuoro per evitare la diffusione del virus. Si è poi riunita l’unità di crisi centrale: Asl di Nuoro (autorità competente locale), l’assessorato alla Sanità (autorità competente regionale), il Ministero (autorità competente centrale) e l’Istituto zooprofilattico di Teramo (centro di referenza nazionale). Gli esperti dell’Euvet, team della Commissione Europea di supporto in situazioni di emergenza veterinarie, hanno valutato positivamente tutte le procedure attivate dalle forze locali, complimentandosi per l’accuratezza delle visite cliniche effettuate. Hanno poi esaminato personalmente falsi casi epidemiologici rinvenuti così da avere un termine di paragone e una conoscenza dei sintomi reali, maggiore».

Giovanni Maria Zidda prosegue poi spiegando quale sarà il futuro degli allevamenti, attualmente bloccati e che dovranno prepararsi ad affrontare una campagna vaccinale che richiederà almeno un paio d’anni.

«Non ci saranno deprezzamenti – rassicura Zidda -, il prezzo di mercato della carne bovina non subirà cambiamenti. La vaccinazione è l’unica via perché i flussi commerciali riprendano, per cui serve massima collaborazione da parte degli allevatori. Essendo la dermatite bovina una malattia di categoria A, sarà assolutamente obbligatorio sottoporre i capi al vaccino, quindi non facoltativo come nel caso della Lingua Blu. Le aziende che sottoposte a controllo hanno dato esito negativo, continueranno a rimanere bloccate in quanto l’infezione potrebbe essere ancora silente, ma sarà consentito loro tramite delega di movimentare i capi verso i macelli che si trovano esclusivamente all’interno della zona di restrizione».


Come si trasmette la malattia

La trasmissione tra i bovini della Dermatite nodulare bovina (Lumpy Skin Disease) avviene principalmente attraverso artropodi (zanzare, zecche, mosche e culicoidi) il cui ruolo è essenzialmente meccanico. In seguito al periodo di incubazione che varia tra le 2 e le 4 settimane, l’animale infetto manifesta febbre, aumento della salivazione, lacrimazione, scolo nasale mucoso, cheratite e linfoadenomegalia. Nel 40-50% degli animali infetti si sviluppa il classico quadro sintomatologico caratterizzato dall’eruzione di lesioni cutanee noduliformi dolenti. Negli animali gravidi l’infezione può causare aborto. La morbilità varia tra il 5 ed il 45%, la mortalità invece non supera il 10%.


La voce degli allevatori

Un blocco alle vendite nel momento esatto in cui queste avrebbero avuto luogo, quindi il periodo dell’anno in cui i vitelli da carne vengono svezzati, limita e danneggia gli allevatori costretti al loro mantenimento in stalla con prezzi di mangimi scandalosi. Quindi nonostante il prezzo di mercato della carne resterà immutato, le spese sostenute in attesa della vendita renderanno vano il guadagno.

«Questa situazione è veramente un disastro – afferma un allevatore del nuorese -. Dopo un anno di lavoro e spese per allevare i nostri vitelli da carne, al raggiungimento dell’età per la vendita alle stalle di ingrasso, per l’ennesima volta i sacrifici fatti vengono buttati all’aria. Quest’anno finalmente il prezzo di vendita è salito notevolmente a favore degli allevatori – che hanno accolto la notizia con felicità – e una volta arrivato il momento di massima movimentazione di capi in uscita per il commercio, pur essendo nel nostro caso animali sani, siamo costretti dalla situazione a mantenerli in stalla con costi elevatissimi. Il giorno stesso in cui gli animali erano pronti a partire e gli accordi con il commerciante che doveva occuparsi del loro ritiro erano già stati presi – prosegue l’allevatore -, in mattinata è arrivata la notizia spiazzante che la vendita era bloccata. Ci troviamo adesso immobilizzati a subire il corso degli eventi. Oltre il mantenimento forzato per un tempo indeterminato, si aggiunge anche il necessario acquisto di antiparassitari per timore di un eventuale diffusione, incorrendo così in ulteriori spese. Sembra ormai una ricorrenza – conclude – che gli allevatori di bovini, suini e ovicaprini al momento del guadagno si trovano sempre a fare i conti, per un motivo o per l’altro, con malattie o dinamiche che limitano le vendite e incrementano le spese, a discapito di noi lavoratori».

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