Di fronte a tante croci, da credenti
di Luca Mele

3 Ottobre 2025

2' di lettura

È autunno nella Diocesi di Nuoro, periodo cupo segnato da tante croci conficcate nelle comunità del territorio, recentissimamente a Dorgali, Mamoiada, Ollolai. L’ultimo equinozio, negli equilibri del cosmo, è stato proprio nel giorno in cui è giunta la notizia della morte della più piccola tra coloro che ci hanno lasciato, Alessandra; anche il calo delle temperature, il vento, l’acqua di due lunedì fa sembravano preannunciare il triste epilogo del terribile incidente stradale dell’11 settembre scorso alle porte della città. A nessun tredicenne piace sentirsi chiamare «bambino», è bello per i preadolescenti rivendicare l’onore di crescere. Gli adulti, spesso gli stessi genitori, vedono invece la dolcezza e la delicatezza di una vita da proteggere con amore e indipendentemente dall’età essi restano piccoli. Ciò è ancora più comprensibile davanti agli occhioni profondi e al sorriso infinito di Alessandra, segno di una nobile purezza, di una squisita genuinità e di una ammirevole pace interiore, espresse liberamente in tutte le virtù ricordate da don Franco Pala durante l’omelia del funerale, fino all’altissimo gesto di altruismo realizzato con l’assenso della famiglia. 

Ha suscitato scandalo, da poco, la richiesta in un talk show dove uno degli invitati ha chiesto la definizione di “bambino”: sia stranamente concesso di trasformare la strafottenza in santa riflessione, perché nel Vangelo ai discepoli è chiesto di diventare, appunto, come i bambini, al di là dell’anagrafica. Resta però complicato recitare L’eterno riposo per una fanciulla; è preferibile cantare una Ninna nanna e pensarla ancora mite e tranquilla, piena di quella serenità di cui noi, a iniziare dai genitori e dal fratellino, abbiamo sete. E come credenti si provi a fare un piccolo sforzo: vincere l’impulsività che porta ad attribuire a Dio, misterioso, colpe che non ha. Meglio ripensare alla stupenda chiamata divina che vuole tutti corresponsabili nel rispetto e nella custodia dell’altro.

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