Donazione di organi, la generosità di Nuoro
di Franco Pisanu

15 Aprile 2025

4' di lettura

La dottoressa Pierina Ticca è la responsabile per la zona di competenza dell’Asl numero 3 del centro trapianti.

Qual è la situazione nel territorio che compete alla nostra Asl?
«La provincia di Nuoro è una provincia molto virtuosa dal punto di vista delle donazioni, questo è messo in evidenza dall’indice del dono che è un rapporto che annualmente il donatore ha, andando a verificare quanti consensi alla donazione d’organo, quante opposizioni e quante astensioni sono avvenute all’atto del rinnovo o del rilascio della carta d’identità. Proprio facendo riferimento all’indice del dono, Nuoro come città che rientra fra le città medio-grandi a livello nazionale è al secondo posto come numero di donazioni».

È un risultato lusinghiero, ma qual è l’imbuto che ostacola un po’ questo gesto di grande umanità?
«È la mancata informazione, perché il cittadino soprattutto quando si rivolge all’ufficio anagrafe per ottenere il rilascio o il rinnovo dalla carta d’identità molto spesso arriva impreparato e non sa cosa rispondere alla domanda che gli viene posta riguardo all’espressione di una volontà sulla donazione dei propri organi, per cui siccome è la via più semplice e più facile d’accesso perché ciascuno di noi possa esprimersi, è importante che ci sia una migliore formazione del personale che lavora all’anagrafe, di modo che sia in grado di comunicare questo tipo di richiesta in maniera adeguata e far sì che il cittadino a sua volta possa arrivare preparato anche all’espressione».

Si potrebbe anche pensare di divulgare una informativa online nel momento in cui il cittadino prenota la visita, cioè il rilascio della carta d’identità, possa avere la possibilità di aprire una pagina e di prendere delle informazioni a riguardo.
«Potrebbe essere questa una possibilità per migliorare il numero delle donazioni. Consideri che al San Francesco quest’anno abbiamo avuto sette opposizioni, quattro di queste rilasciate proprio all’atto del rinnovo della carta d’identità».

Ma dietro cosa ci può essere?
«Anche la paura, una paura irragionevole di quello che fanno poi i medici sul nostro corpo? Assolutamente sì, ed è proprio la mancata conoscenza di come viene portato avanti un prelievo di organi che deve essere spiegata anche al cittadino, perché gli organi vengono donati soltanto in caso di morte. Non è assolutamente pensabile lasciare il dubbio che noi sottoponiamo a prelievo di organi una persona che non è deceduta. Lo stato di coma non è una condizione di morte, è una condizione di vita alterata, mentre la morte cerebrale è una condizione di morte accertata».

La dottoressa Francesca Zorcolo è la referente del centro regionale Trapianti. Su base regionale com’è la situazione delle donazioni, quanta gente è disponibile e cosa c’è che non va in questo ambito?
«La situazione in Sardegna rispetto alla situazione nazionale è leggermente migliore, nel senso che abbiamo una più alta percentuale di consensi tra le persone che rilasciano la propria dichiarazione di volontà al momento del rinnovo della carta d’identità e quindi una percentuale minore di opposizioni. C’è ancora una certa percentuale di persone che non si esprime al momento del rilascio della carta d’identità, questo è dovuto al fatto che occorre maggiore sensibilizzazione della popolazione, in modo che arrivino un po’ più preparati a questa domanda che gli verrà fatta al momento del rinnovo della carta d’identità perché spesso succede che appunto non sapendo, non conoscendo l’argomento non si esprimano o addirittura peggio ancora dichiarino un no che non è per niente consapevole comunque».

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