10 Dicembre 2024
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L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha recentemente pubblicato il Rapporto nazionale 2023 sull’uso dei farmaci in Italia. Si tratta di un documento corposo, oltre 700 pagine, e ricchissimo di dati impossibili da riassumere. Se ne richiameranno qui solo alcuni, a partire da quelli relativi alla spesa totale: nel 2023 si è spesa in Italia una cifra pari a 36,2 miliardi di euro, con un aumento di oltre il 6% rispetto al 2022. Quasi il 70% della spesa totale è a carico del Servizio sanitario nazionale, con un aumento di quasi il 6% rispetto all’anno precedente. In Italia ogni cittadino utilizza 18 confezioni all’anno, che rappresentano una media di 1.128 dosi per 1.000 abitanti al giorno, per un totale di 1,9 miliardi di confezioni dispensate. I maschi hanno una esposizione al farmaco del 63% contro il 72% nelle femmine, a questo proposito la Sardegna registra la DDD (dose media giornaliera ndr) per utilizzatore più alta in Italia per le femmine. Il consumo dei farmaci cresce con l’età della popolazione e riguarda circa il 60% per la fascia d’età superiore ai 64 anni. Esistono anche differenze a livello regionale: il Nord spende 295,6 euro pro capite, mentre il Centro ne spende 306,2 e il Sud ben 324,5.
Proviamo ad andare ancor più nel dettaglio con indicatori precisi riguardo all’Isola. La spesa a carico del cittadino per i farmaci di automedicazione, di fascia C (per patologie di lieve entità) con ricetta e di fascia A (essenziali e per le malattie croniche il cui costo è a carico dello Stato) è stata, a livello nazionale, pari a 155,8 euro pro capite; si osserva, tuttavia, una discreta variabilità tra le Regioni, che oscilla tra il valore massimo della Sardegna di 231,4 euro pro capite e il minimo del Molise di 107,9 euro.
A livello regionale, i consumi dei farmaci di classe C con ricetta restano piuttosto stabili rispetto all’anno precedente, e tra le regioni in aumento Sardegna e Basilicata registrano l’incremento più elevato, rispettivamente del 6,3% e del 4,0%. Le differenze più ampie tra le Regioni emergono dall’analisi dell’acquisto privato dei farmaci di fascia A, con la Sardegna che detiene il primato con una spesa pro capite di 116,2 euro, di quasi sette volte superiore rispetto al Molise (16,98 euro pro capite) e, in generale, con una spesa delle Regioni del Centro (41,52 euro pro capite) maggiore rispetto a quella delle Regioni del Sud e del Nord (rispettivamente 39,32 e 27,79 euro)
Nel 2023 la spesa dei farmaci di automedicazione erogati dagli esercizi commerciali è stata pari a 367,6 milioni di euro, con un incremento del 12,7% rispetto all’anno precedente. La spesa pro capite più elevata à stata registrata – ancora una volta – in Sardegna (9,8 euro) e in Campania (9,3 euro), mentre nella PA di Bolzano e in Sicilia si osservano i valori meno elevati, (rispettivamente 0,9 e 3,2 euro). L’Isola vede un incremento del 2% rispetto all’anno precedente anche nell’utilizzo delle benzodiazepine (classe di psicofarmaci come ad esempio gli ansiolitici).
Dal 2016 al 2023 si è assistito ad un lento ma costante incremento dell’utilizzo della contraccezione farmacologica, le dosi sono infatti passate da 109,9 DDD/1000 abitanti die a 145,6, pari ad una variazione media annuale (CAGR) del 3,6%. Nello stesso periodo il costo medio per DDD è aumentato del 18,0% attestandosi nel 2023 a 0,54 euro. Il ricorso alla contraccezione nelle regioni del Nord rimane più che doppio rispetto al Sud (189,4 vs 86,4 DDD), tuttavia andando ad analizzare la variabilità regionale si notano differenze di circa 5 volte, con la Sardegna che raggiunge il valore più alto con 294 DDD e Campania, Molise e Basilicata che invece registrano i minori livelli di consumo (circa 60 DDD). Quest’ultima, insieme a Sardegna e Lazio, è la Regione con il maggior incremento dei consumi (+11,5%, +9,1% e +8,1% rispettivamente).
In costante crescita anche l’utilizzo di farmaci contro la disfunzione erettile: Campania e Lazio registrano i consumi più elevati, Sardegna (+14,4%) e Calabria (+8,5%) fanno rilevare gli aumenti più elevati
I farmaci antineoplastici e immunomodulatori (utilizzati nelle terapie contro i tumori) rappresentano la prima categoria terapeutica a maggior spesa pubblica nel 2023. Sull’assistenza farmaceutica convenzionata, la distribuzione regionale mostra un’elevata variabilità sia della spesa lorda pro capite con valori massimi in Lombardia (6,8 euro) e minimi in Toscana (0,6 euro), che dei consumi, con un maggiore utilizzo in Lombardia e Sardegna (8,8 e 8,5 DDD/1000 abitanti die) e uno minore in Toscana (1,4 DDD).
Per quanto riguarda i farmaci per la sclerosi multipla, a livello regionale il consumo maggiore, in linea con le evidenze in letteratura sulla prevalenza della patologia, è stato osservato per la Sardegna (2,6 DDD), in leggero aumento rispetto all’anno precedente (+2,6%); mentre in Lombardia e Valle d’Aosta si rilevano i consumi minori (0,8 DDD), meno della metà rispetto a quelli della Sardegna, ma in aumento rispetto al 2022 e con l’incremento medio annuale più importante (CAGR: +2,5%) dopo il Piemonte (CAGR: +2,6%). Il Molise è la Regione con la spesa pro capite più elevata (26,41 euro) dopo la Sardegna (27,56 euro), dovuta sia a livelli di consumo superiori rispetto alla media nazionale (1,9 DDD/1000 abitanti die) che al costo medio più alto tra le Regioni (37,33 euro).
Sui farmaci contro il Parkinson la Sardegna “vanta” un costo medio per DDD quasi doppio rispetto al quello dell’Emilia Romagna (1,91 vs 1,11 euro).
Regione “in testa” anche per gli antiemicranici: a livello regionale si rilevano variazioni sia nel consumo che nella spesa: la Sardegna vanta la spesa più alta (2,21 euro), valore quasi doppio rispetto a quello dell’Umbria (1,15 euro); tale differenza è determinata da un maggior utilizzo (1,5 vs 0,8 DDD) mentre il costo medio per DDD è piuttosto simile. Tra le Regioni le variazioni dei consumi vanno da -2,5% in valle d’Aosta a +8,4% in Toscana e Molise mentre per la spesa si passa da -7,2% della Valle d’Aosta a +15,2% della Sardegna. Il costo per DDD varia tra 128 euro in Calabria e 199 euro in Sardegna.
Per i farmaci antidemenza la variazione di spesa passa dal -62,7% dell’Umbria al +23,8% della Sardegna.
Non è questa la sede per un commento, si rimanda a opinioni più autorevoli come quella di Silvio Garattini che è recentemente intervenuto sul tema dalle colonne di Avvenire, basti però accennare a quanto i farmaci siano presenti nelle nostre vite, spesso “spinti” rispondendo esclusivamente a logiche di mercato più che di salute pubblica. Anche per questo agire sugli stili di vita e sulla prevenzione avrebbe giovamento per le casse dello Stato oltre che per le tasche dei cittadini.