Il dono di Alessandra e il ruolo della scuola
di Redazione

9 Ottobre 2025

4' di lettura

«Sono solo stasera senza di te, mi hai lasciato solo davanti al cielo e non so leggere, vienimi a prendere, mi vien da piangere, arriva subito, mi riconosci ho le scarpe piene di passi, il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni di te»: è un passo di una canzone cara anche ai più giovani, e dà espressione, in questi giorni, allo sgomento per la tragedia che ha prostrato la famiglia di Alessandra e ha ferito profondamente la comunità di Ollolai e dei paesi vicini, tra loro Gavoi, uniti da una fitta rete di frequentazioni e legami.

Sentirsi soli davanti al cielo, silenziosi davanti ad un silenzio, occupati da una domanda che non riesce ad ottenere risposta: “perché?”.

Alessandra era una ragazzina, i suoi 13 anni erano colmi di una vitalità testimoniata e condivisa con i coetanei: era allegra, vulcanica, pervasa da un’esplosiva gioia di vivere, nutrita dall’amore di una famiglia allargata, dall’affetto di una comunità che ha rivolto suppliche, che ha indugiato per lunghi giorni davanti al cielo e che, sotto quello stesso cielo, la ha infine riaccolta con strazio, stretta alla famiglia.

È un dovere sacro, oggi e sempre, per tutta la comunità, assumere la responsabilità adulta di lasciare risuonare quel “perché?” sotto questo cielo.

È un dovere in particolare per la Scuola, che della comunità è anima costitutiva ed irrinunciabile, destinare adesso una cura speciale ai suoi giovani, è un dovere sacro anche verso la memoria di Alessandra, verso il dolore infinito della sua famiglia. 

Come trovare scampo, e poi sollievo a questo dolore? Non sono possibili ricette. Vi sono piuttosto possibili strade, aperte ad un attraversarle comune. 

Una via è stata, il 2 ottobre, Memoria degli Angeli custodi, l’invito alla preghiera condivisa, per chi ha desiderato accoglierlo: un ritrovarsi in un antico luogo di supplica, la chiesa di San Gavino, per chiedere ancora “perché?”, sotto ampie volte, sotto il cielo, ma, per un breve prezioso tempo, non più soli. 

Ancora, la via del dono: di fiori, di olio, pane, vino, dolci, tutti i prodotti nelle famiglie, presidio per l’esistere ma anche tradizione di esperienze condivise. 

È essenziale, ancora ed infine, che l’implorazione di una risposta alla più straziata delle domande, si apra, quando sarà, ad accogliere in modo degno il dono immenso che Alessandra è stata e a comprendere, in modo sempre più consapevole, il dono infinito di Alessandra alla vita, scelto dai suoi familiari e compiuto nelle ultime ore in cui il suo cuore è stato, sotto questo cielo, pieno di battiti. 

I giovani sono animati da una ricchezza immensa che è compito degli adulti, anche dentro la Scuola, esplorare e rendere trasparente, onorandola. La Scuola è luogo di benedizione: di parole di bene dette ai ragazzi e soprattutto di parole di bene dette dai ragazzi, accolte, lasciate risuonare, amate. Eccone alcune.

Ciao Alessandra,

è difficile per noi trovare le parole giuste per esprimere il nostro dispiacere. Anche se solo pochi di noi hanno avuto il dono di conoscerti, la tua scomparsa così prematura ci ha scossi nel profondo.

Una ragazza della nostra età dovrebbe poter sperimentare la bellezza della vita, conoscere il mondo, e ciò che è accaduto ci sembra profondamente ingiusto.

Oggi noi ragazzi proviamo un grande senso di vuoto e, anche se nulla potrà colmarlo, ci piace immaginarti come un angelo che veglia sui propri affetti e su noi giovani.

Il tuo ricordo, nelle persone che ti hanno amato, possa dare loro conforto e la forza di andare avanti.

Ci stringiamo alla tua famiglia, nella certezza che il ricordo di te resterà sempre con noi.

La dirigente, i docenti, il personale tutto 
dell’Istituto “Carmelo Floris” di Gavoi

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