
6 Ottobre 2025
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In ascolto delle sensibilità spirituali, affettive e morali degli studenti all’inizio dell’anno scolastico, per ripartire con nuovo slancio educativo. Venerdì 26 settembre, nel Centro di Spiritualità di Galanoli gli insegnanti di Religione cattolica delle Diocesi di Nuoro e Lanusei si sono dati appuntamento per il primo incontro formativo interdiocesano .
Relatore Pierluigi Bartolomei, una lunga esperienza da dirigente scolastico e docente nel Lazio. In fase di apertura dei lavori il vescovo Antonello ha sottolineato l’importanza dell’insegnante nella crescita dei giovani. Come cogliere la sensibilità dell’altro? Monsignor Mura ha lanciato la provocazione alla platea dei docenti. Nel suo intervento il relatore ha esordito raccontando la storia di un giovane afghano che scappato dalla sua terra ha trovato rifugio in Italia e proprio grazie a un insegnante ha avuto una nuova opportunità di vita.
Bartolomei ha toccato diversi temi legati all’educazione ricordando che talvolta il padre «non è solo quello anagrafico ma può diventarlo un adulto, un sacerdote un insegnante che si prende cura di una persona fragile. Lo sguardo educativo viene dalla volontà di Dio che chiede che preghiamo per quel giovane. Non dimentichiamo che la legge sempre valida non deve essere semplicemente repressiva ma favorire comunque il desiderio di avere sogni, speranze. Ma non basta il tocco di un raggio di sole per cambiare le cose, serve un impegno concreto del docente». Con uno stile coinvolgente il relatore ha raccontato storie personali difficili vissute nella periferia romana: «Nella selva oscura in fondo al tunnel c’è la luce di un insegnante che ascolta e quindi favorisce la gloria di Dio. A volte – ha aggiunto – un abbraccio un sorriso valgono più di mille parole».
Il dibattito successivo ha visto gli interventi di numerosi docenti, tra cui quelli di Miriam Ibba responsabile dell’Ufficio Scuola della Diocesi di Lanusei che ha rimarcato quanto sia faticoso il lavoro a livello mentale, e della professoressa Giovanna Fancello dell’Ufficio scuola della Diocesi di Nuoro che ha rivelato la gioia di oltre 40 anni di servizio nei quali anche i no hanno avuto un valore educativo come viene riconosciuto dai ragazzi.
Un ponte pedagogico con i genitori è indispensabile, ha ribadito Bartolomei, con una attenzione maggiori ai segnali di disagio che si possono leggere a scuola. La logica del rispetto, il senso dell’esistenza, le differenze di genere nell’analisi del gruppo classe vanno capite come ci insegnano le neuroscienze. Dietro un ragazzo o una ragazza triste spesso ci sono situazioni familiari difficili che devono essere colte e analizzate con cura.
Piu che una riforma delle strutture serve una riforma sulle persone – ha aggiunto il relatore romano – aggiungendo che Gesù ci dà la soluzione, quella della fratellanza in Cristo, citando Zaccheo che nell’episodio biblico sale sul sicomoro per accogliere il Messia. «Servono incoraggiamenti contro le solitudini numerose, bisogna ripartire dagli errori e ricominciare sempre – ha sottolineato Bartolomei.
In chiusura, dopo le domande finali che hanno portato altri spunti di riflessione sulle istanze contemporanee tra cui le guerre e la formazione adeguata, il Vescovo Antonello ha ringraziato i volontari degli uffici scolastici per il prezioso lavoro quotidiano e ha ricordato che l’ insegnante di religione pur nel suo minimo spazio deve aiutare a pensare, a non essere superficiali nell’ analisi della realtà, a dare strumenti di comprensione.
Infine monsignor Mura ha ribadito che le sensibilità degli studenti affettività, spiritualità, morale possono essere colte collaborando maggiormente con sacerdoti e diaconi e creando una rete ecclesiale che va oltre l’orario scolastico.
Un bel momento di formazione aperto alla libertà di ciascun insegnante.