8 Marzo 2024
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Primo di 8 fratelli, Pietrino Cicalò, nato a Fonni nel 1923 da padre impiegato e madre casalinga, dopo la quarta elementare ha proseguito gli studi a Nuoro fino al diploma di ragioniere presso gli zii Antonietta Ruiu e Antonio Cicalò che gestivano un punto vendita alimentare in piazza Su Connottu. I due coniugi non avevano figli, lo educarono con tanto amore all’osservanza dei valori e per indirizzarlo subito al lavoro non esitarono a farlo salire su uno sgabellino per arrivare al banco.
In quel piccolo esercizio divenuto presto un bazar si profilava per lui una buona sistemazione e questo è stato il motivo della scelta dei genitori. Il ragazzo non si lamentava ma rimpiangeva Fonni e la sua numerosa famiglia, in particolare il fratellino Tonino nato poco prima che lui partisse per il servizio militare.
Quando nel 1953 è stato costruito l’attuale locale, Pietrino si occupava di ordini, fatture, spedizioni e contabilità della vendita all’ingrosso per la Provincia di Nuoro e Sassari.
«Nel 1962 mio padre aveva aperto i “Grandi Magazzini Ruiu Cicalo” – ricorda il figlio terzogenito Agostino, laurea alla Bocconi in Economia e Commercio, attuale presidente della Camera di Commercio di Nuoro al terzo mandato -, modello unico in città e secondo in Sardegna dopo “La Rinascente” di Cagliari. Una struttura verticale con direttore esterno, capireparto, responsabili dell’amministrazione e 36 dipendenti».
Cos’è cambiato da allora?
«Molte cose sono cambiate. Nel 1979 è arrivata la brutta pagina del sequestro di mio padre e questo ci ha imposto la chiusura del negozio per sette mesi e negli anni a seguire abbiamo dovuto affrontare diversi problemi. Il self service andava a sostituire la vendita a servizio, modello già adottato dalla “Upim”, primo grande concorrente a Nuoro. Per rimanere al passo abbiamo eseguito una radicale ristrutturazione del locale e sviluppato anche noi quel modello di vendita che purtroppo imponeva una riduzione del personale».
Suo padre come ha reagito al sequestro?
«Ha ripreso subito a lavorare senza lasciare intravedere nulla ma con spirito diverso. Severo, sempre rispettoso delle norme, equilibrato e disponibile. Mancava però la spinta del grande boom del secondo dopo guerra quando i consumi crescevano ovunque».
Agostino che come tutti i fratelli fin da piccolo dava una mano nell’attività di famiglia, finiti gli studi nell’88 ha iniziato a lavorare a tempo pieno in azienda.
Nel 1992 i Cicalò hanno aperto il secondo punto vendita al centro commerciale di Nuoro che nel 1995 è stato unito col supermercato contiguo dando vita all’“Iperpanda” primo ipermercato della Provincia. Nel 1998, siglato un accordo societario col gruppo Lombardini, ha preso il via la rete di Supermercati “Comprabene”, “Pellicano” e “Ld” in Sardegna. Nel 2008 questa attività fu ceduta al gruppo Lombardini.
Oggi i Cicalò, come gruppo “Felix” in società con una famiglia di albergatori della Gallura, sono attivi con otto alberghi dislocati a Nuoro e in tutta la Sardegna.
Agostino 60 anni, sposato e padre di due adolescenti, è al vertice dell’Azienda con 350 dipendenti. Può contare su collaboratori responsabili e personale altamente qualificato. Nonostante i suoi numerosi impegni riesce a conciliare lavoro e famiglia. Al suo fianco Loredana, una grande figura di moglie e preziosa consulente.
Progetti per il futuro?
«Chissà! Vediamo».
Come ricorda suo padre?
«Era un esempio. Non aveva grande attitudine alla dialettica, il silenzio era la sua misura. Quando facevo qualcosa di meritorio il suo commento era: “Hai fatto il tuo dovere”».
Cosa gli direbbe oggi?
«Serberei il silenzio guardandolo negli occhi. Lui sarebbe contento nel vedere quello che è stato fatto perché io sono il risultato del suo lavoro, dei sacrifici suoi e di mia madre».
Che nonno è stato?
«Quando è diventato nonno, Pietrino non era più Pietrino. Il suo ufficio, luogo sacro dove regnava il silenzio e l’ordine, veniva messo a soqquadro ogniqualvolta entrava il nipotino Pietro. Era quello il momento in cui mio padre perdeva ogni controllo e si lasciava trascinare in rocamboleschi capitomboli, impossibile riconoscerlo. Purtroppo le mie figlie non lo hanno conosciuto, tuttavia conoscono la storia della famiglia».
Nel 1960 Pietrino ha conosciuto Maria, una maestrina 24enne dalla bellezza mediterranea che lavorava negli uffici dell’azienda. Si sono innamorati e sposati lo stesso anno.
«È stato un grande uomo – ricorda la moglie -. Era il mio pilastro, la mia sicurezza. Per fortuna aveva preparato i figli a succedergli nell’azienda. Posso dire che la sofferenza del sequestro lo ha reso più disposto al dialogo anche coi figli. Era tornato con la barba lunga e molto provato. Durante la prigionia ha pensato più volte di andare via da Nuoro ma dopo la liberazione difronte all’affetto di tanti ha accantonato quel proposito. “La mia terra è questa”, diceva».
Pietrino Cicalo è scomparso nel 2000 a 77 anni.