Il progetto della diga di Abba Luchente
Le risorse idriche in Baronia e Bassa Gallura
di Redazione

15 Marzo 2025

4' di lettura

La diga di Abba Luchente, le interconnessioni tra bacini, la manutenzione delle reti idriche e il loro potenziamento. Queste le soluzioni che possono dare risposta a un territorio come la Baronia e la Bassa Gallura che ha passato l’anno scorso una drammatica crisi idrica. Soluzioni condivise dal Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale, da Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi di Bonifica e dalla Regione Sardegna. Una folta platea composta prima di tutto dai massimi rappresentanti istituzionali, con in prima fila ben quattro esponenti della giunta regionale, ha partecipato all’incontro del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale dal titolo “Le risorse idriche nei territori della Baronia e della Bassa Gallura. Passato, presente e futuro tra sviluppi e prospettive”, svoltosi il 7 marzo a Budoni. 

L’intervento di Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di Bonifica ha aperto i lavori con un excursus sul recente passato dei paesi afferenti al sistema del Posada (Posada, Torpè, Siniscola, San Teodoro e Budoni). «Importante è ora programmare il presente, che vede una situazione positiva, ma ancora più importante è programmare la stagione irrigua con massima attenzione ad azioni che devono trovare concertazione, risorse e volontà per portarle avanti». Guiso ha poi detto: «Partiamo dalla situazione delle reti idriche che purtroppo risentono del passare del tempo. Non solo vanno messe a posto ma vanno anche potenziate». Ma il grande sogno resta la diga di Abba Luchente, «un progetto che ci portiamo avanti da venti anni e ci permetterebbe di far fronte a tutti i bisogni». 

La parola è poi passata al direttore generale del Consorzio, Sebastiano Bussalai, che ha presentato alla platea il sistema di distribuzione idrica dalla diga ai Comuni, che conta di «una sola condotta per il comparto idropotabile e l’agricolo. È comprensibile che la gestione idrica nel periodo appena trascorso, caratterizzato dalla siccità sia stata molto difficile anche per questo motivo». Senza contare che in circa 60 anni, da quando cioè è stata realizzata la diga, la popolazione interessata si è più che decuplicata.

L’assessore all’Agricoltura Gianfranco Satta ha fatto il punto sullo stato dei ristori agli agricoltori penalizzati dalle continue chiusure e dalla mancata irrigazione dei campi. L’assessore ai Lavori Pubblici Antonio Piu: «Importanti risposte al territorio – ha spiegato – arriveranno dal rialzo della diga del Maccheronis che porterà l’invaso a 29 milioni di metri cubi d’acqua entro il 2029. Ma dobbiamo pensare ancora oltre, quindi occorre individuare le soluzioni migliori, magari con l’invaso di Abba Luchente che darebbe ancora di più risposte con altri 30 o 40 milioni di metri cubi in più che potrebbe mettere la parola fine alle crisi idriche». 

Tra gli interventi anche quello delle Assessore all’Ambiente Rosanna Laconi e quello della titolare degli Affari Generali Maria Elena Motzo. Hanno concluso gli interventi il sindaco di Budoni Antonio Addis, il presidente di Anbi Sardegna Gavino Zirattu e il direttore di Anbi nazionale Massimo Gargano, oltre al presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu. Presenti anche i rappresentanti di Abbanoa, Adis, Enas ed Egas, i rappresentanti degli altri Consorzi di Bonifica della Sardegna, diversi sindaci e i rappresentanti delle associazioni di categoria oltre a numerosissimi allevatori e agricoltori del territorio.


Diga di Abba Luchente, un progetto già pronto

Nei cassetti della Regione e del Consorzio di Bonifica c’è un progetto con tanto di studi di fattibilità geologica e progettazioni tecniche: si tratta dell’invaso di Abba Luchente, un bacino che nascerebbe nella omonima valle, dove si incontrano il fiume Posada con il Rio Mannu che scorre da Bitti, a monte dell’invaso di Maccheronis. Il bacino che nascerebbe in località Punta Abba Luchente potrebbe avere una capacità di 60 milioni di metri cubi d’acqua, di molto superiore quindi al bacino di Maccheronis che dispone di una capacità di 22 milioni. Nel 1991 furono eseguite indagini geognostiche, geofisiche, rilievi aerofotogrammetrici, consulenze ingegneristiche e geologiche. Nel 1998 venne elaborato un progetto preliminare che nel 2002 fu utilizzato per procedere alla progettazione definitiva per uno sbarramento a gravità con un’altezza di 64 metri nella stretta di Abba Luchente che potrebbe servire un territorio di 550 kmq tra Galtellì, Irgoli, Loculi, Onanì, Onifai, Orosei, Posada, Siniscola, Torpè, Lodè.

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