L'interno della chiesa dopo i lavori di restauro. In basso: vista dall'esterno
Nostra Signora di Valverde, concluso il restauro
di Antonella Poggiu

20 Dicembre 2025

7' di lettura

Nuoro - Sono conclusi i lavori di ristrutturazione della chiesa di Nostra Signora di Valverde, il piccolo Santuario che giace silente ai piedi del monte Ortobene.

L’antica chiesa fu edificata nel XVII secolo a seguito di atto di fondazione che porta la data del 3 maggio 1685, rogato in lingua catalana dal notaio di Nuoro Pietro Nieddu Guiso. Da questo documento si ricava che Nicolosa Sulis Manca, vedova di Francesco Sulis Demonti, mossa dalla devozione per la Vergine Madre di Dio, decise di erigere una chiesa in onore della Madonna sotto il titolo di Valverde, assegnandole come dote la metà della tanca, che unitamente al defunto marito, possedeva in località “Goine”. La chiesa fu curata dai cappellani incaricati dell’amministrazione fino al 1867, anno in cui la prese in carico il sacerdote Francesco Ena, parente della fondatrice. Alla sua morte, la sorella lasciò con regolare atto al proprio genero Paolo Costa i beni che prima appartenevano alla chiesa, mentre questa venne curata da un gruppo di priores eletti ogni anno durante la festa. Col passare del tempo, il priorato fu soppresso e la chiesa ritornò a dipendere dal proprietario del terreno.

Il progetto
«La nostra avventura è iniziata nella primavera del 2022, quando abbiamo deciso di partecipare al Bando del Pnrr che aveva per oggetto la riqualificazione, valorizzazione e restauro di piccoli siti culturali e del patrimonio rurale – ci racconta Manuela Rita Porcu, architetta responsabile dei lavori insieme al collega e marito Leonardo Reggiani –. Balubirde è un piccolo agglomerato rurale incastonato alle pendici del Monte Ortobene, sito di grande valenza paesaggistica, storica e architettonica.

Era perfetto per il nostro progetto e ben conoscevamo l’importanza che la chiesa aveva per la comunità nuorese. La proprietà e l’Associazione Culturale Nostra Sennora de Balubirde, nata nel 2012 per provvedere alla manutenzione della chiesa, hanno creduto fin da subito nel nostro progetto, ci siamo sentiti onorati per l’incarico».

Dopo un anno dalla formalizzazione del progetto, il 3 giugno 2024 sono iniziati ufficialmente i lavori: «Le incertezze in un restauro sono tante, le notti insonni di più. L’edificio – prosegue l’architetta Porcu – presentava le gravi conseguenze delle copiose infiltrazioni dalla copertura, gli intonaci interni ed esterni erano degradati in più parti, da restaurare o da fare ex novo gli infissi e la pavimentazione nelle due cumbissias scelte per l’intervento, fino ad allora utilizzate a magazzino.

Le risorse a nostra disposizione non erano sufficienti a ridare vita a tutto lo stabile, pertanto scegliemmo di fare l’essenziale. In un nuovo edificio si parte dalle fondamenta, qui si doveva necessariamente ripartire dal manto di copertura.

In una seconda fase abbiamo diviso il progetto in due lotti funzionali e distinti, grazie ad una seconda opportunità di finanziamento. Mediante il Pnrr –  M1.C3 Misura 2 “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale” Inv.2.2 – si copriva la spesa pari all’80% del complessivo previsto di circa € 154.000,00; la restante quota per i lavori è stata ricevuta successivamente, grazie al contributo privato fuori bando della Fondazione di Sardegna, circa un 20% del totale». 

I lavori realizzati
Con questo intervento «si è provveduto alla riqualificazione della copertura sull’intera fabbrica – spiega la professionista -. Sono stati rinnovati gli intonaci interni dell’aula, di due delle quattro cumbissias e della sacrestia. Nelle due cumbissias, sono stati realizzati anche i vespai isolanti e la pavimentazione in cotto. Adeguato infine l’impianto elettrico esistente e revisionata l’orditura lignea con trattamenti antitarlo e protettivi. La cumbissia detta la “vecchia sacrestia”, è stata adibita all’accoglienza, pertanto qui verranno condivisi anche dei contributi informativi sul territorio.

Sono stati predisposti due siti online, visionabili tramite QRcode, uno di progetto e uno dalla Regione, per la fruizione e l’accessibilità aumentata, scansionabili in loco». La seconda fase del restauro attuata nel 2025, «denominata Lotto 2, è stata finanziata con un contributo pari a € 70.000, – unicamente tramite L.R. n.18/2024 art.15, della R.A.S. – mediante la predisposizione di un progetto integrativo che aveva ad oggetto il completamento e la messa a norma e in sicurezza del santuario campestre, comprese le pertinenze e le aree circostanti. Sono stati forniti e posti in opera gli impianti antintrusione e videosorveglianza, i nuovi corpi illuminanti esterni ed interni. Riprese sugli intonaci esterni e tinteggiatura, pulizia e stilatura dei giunti nelle parti in pietra facciavista dei prospetti, isolata da infiltrazioni la parete controterra lato Nord. Acquistate nuove soglie e davanzali, nuovi infissi ove necessari, restaurati quelli esistenti ed altre opere non comprese nel primo lotto». 

I lavori ad oggi sono conclusi, anche se vi sono delle opere ancora da realizzare – chiarisce Manuela Rita Porcu -, come «la nuova pavimentazione dell’aula ed il restauro del presbiterio, dove sono presenti l’altare tridentino in stucchi con decorazioni policrome e gli affreschi floreali da riscoprire. In accordo con la Soprintendenza quest’ultimo intervento, che prevede il restauro della zona presbiterale è stata rinviata per la necessità di effettuare ulteriori indagini e reperire nuove risorse».

Il finanziamento vincola il bene per cinque anni alla destinazione d’uso attuale ed a consentire gratuitamente la fruizione del bene nel fine settimana su prenotazione. «Vorremmo cogliere l’occasione – conclude l’architetta – per ringraziare l’Impresa F.lli Ganga Srls di Nuoro e le ditte artigiane, i commercianti, ed i volontari che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione di quest’opera».


Il Santuario

La chiesetta presenta un tipico impianto a navata unica, con archi trasversali che definiscono tre campate, ed un presbiterio rialzato su tre gradini da cui si accede alla sacrestia. La copertura su travatura lignea, è a capanna con manto in coppi di laterizio. Presenta un doppio accesso: il principale avviene da un androne definito da un arco con sovrastante campanile a vela, da una prima cumbissia a sinistra e dalla parete del loggiato, il secondo accesso è sul lato rivolto ad Est, protetto dal grande loggiato dei pellegrini.

Vi si trovano complessivamente quattro cumbissias. Nell’elegante altare archivoltato, sul lato destro, sono ancora visibili le antiche pitture murali che un tempo verosimilmente ornavano entrambi i lati del presbiterio. Al centro la nicchia con la statua della Madonna di Valverde (XVIII sec.), ad edicola, inquadrata da due colonnine con capitello e cornici accoppiate e speculari (colonna rossa lineare e nera tortile), con sovrastanti pitture a motivi ornamentali. La base dell’altare tridentino è impreziosito da decorazioni geometriche e floreali in stucco. Completa il presbiterio l’antico pavimento in mattonelle policrome smaltate dette “azulejos”. 

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