
4 Novembre 2025
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L’astensione ad ogni appuntamento elettorale la dice lunga. Si vince o si perde ma gli elettori se ne stanno (per la stragrande maggioranza) a casa. È un atto di sfiducia verso la politica: l’ingente astensione elettorale prende corpo quando la politica si rivela debole e poco credibile. Tentiamo di capire le ragioni di questa debolezza.
La democrazia è per sua natura partecipazione che, come da Costituzione, si attua tramite partiti, movimenti ed associazioni rappresentative. Ovunque sono previste regole chiare per i processi decisionali e per la selezione della classe dirigente; programmi operativi e procedure trasparenti. Invece abbiamo a che fare con leader e classi dirigenti eterne e dei veri e propri bari sulle regole.
Le decisioni vengono prese da gruppi ristretti, talvolta da una sola persona. L’esito dei congressi è precostituito. I candidati alle elezioni vengono decisi dalle segreterie e i parlamentari sono “nominati” da esse. Le classi dirigenti sono infette da familiari e “clientes”, con conseguente incapacità progettuale.
Il male della politica nasce dall’occupazione del potere a fini privati. Ci sono troppi privilegi pubblici ed occulti.
Pertanto la politica non è più un servizio reso alla collettività per un tempo determinato; diventa invece una professione per tutti coloro che fanno (o hanno fatto) parte di quel “giro”, di quella “casta”. Un giro elefantiaco di apparato statale e parastatale: quello degli enti pubblici, degli enti inutili, delle agenzie regionali, delle società municipalizzate, dei consorzi. Nei consigli di amministrazione di questi enti è “parcheggiato” il personale politico di carriera aspirante o finita. Non parliamo delle assunzioni fatte per concorso, mirate spesso a “sistemare” familiari e amici.
Lo spreco di immense risorse pubbliche: con il clientelismo accedono (sia pure per le briciole o le tagliate) gran parte di categorie sociali. Impieghi negli enti statali e parastatali; sovvenzione di associazioni; finanziamento di iniziative (feste, sagre, opere semi-pubbliche) utili solo per la bottega elettorale.
Il clientelismo e gli sprechi complessivi richiedono sempre nuove tasse. La paura di perdere il proprio privilegio, fa perdere di vista il vantaggio ben maggiore che a ciascuno verrebbe da un sistema Paese in cui le cose funzionano: tasse più basse, imprese concorrenziali e in grado di creare posti di lavoro “veri”, servizi pubblici che funzionano per tutti ecc.
Questo sistema non può decidere e cambiare. Le scelte politiche, inevitabilmente, scontentano qualcuno. Per questo si è preferita la strada del tirare a campare, del non disturbare il can che dorme.

