
16 Gennaio 2025
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Arriva il razionamento idrico per i comuni serviti dall’acquedotto di Jann’e Ferru: Nuoro, Bolotana, Dorgali, Fonni, Gavoi, Lei, Lodine, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Oniferi, Orgosolo, Orani, Orotelli, Ottana, Sarule e Silanus. I tecnici di Abbanoa hanno approntato un piano che prevede, a partire da lunedì 27 gennaio 2025, l’erogazione a giorni alterni (24 ore di apertura seguite da 24 ore di chiusura) nei Comuni interessati. Succede quello che si temeva. La siccità non riguarda solo la Baronia ma anche i paesi dell’interno.
Ovviamente c’è una levata di scudi da parte di baristi e ristoratori, ma i disagi riguarderanno tutti. E altrettanto ovviamente vengono messi sul tavolo rimedi di cui si parla da anni. Ossia: aumentare la capacità degli invasi e completare gli interventi nelle dighe già esistenti (ad esempio sulla diga di Maccheronis); la realizzazione della diga di Cumbidanovu; l’interconnessione tra i bacini e i potabilizzatori; manutenzione e ammodernamento delle condotte idriche; recuperare e trattare le acque reflue, cioè quelle acque utilizzate nelle attività umane, domestiche, industriali e agricole che, una volta depurate, possono essere riutilizzate per altri scopi.
Tutti propositi belli da tirare dal cassetto, alla bisogna, per poi riporli dentro. E così la diga del Govossai è in attesa del collaudo da quasi 70 anni e senza lavori di adeguamento ogni anno continua a scaricare a mare 2 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua. Quella di Maccheronis, che risale al 1960, di fatto non è mai entrata a pieno regime, non è stata ristrutturata nonostante i finanziamenti. Il Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale, insegue da anni la realizzazione di una seconda diga (Abba Lughente) a monte di Maccheronis. Nel 2002 era stato anche realizzato il progetto definitivo per un invaso dalla capienza prevista di oltre 65 milioni di metri cubi (tre volte Maccheronis). Opera, secondo il presidente del Consorzio Ambrogio Guiso, che avrebbe messo definitivamente la parola fine ai problemi idrici di un vastissimo territorio. Il progetto, anche per le resistenze di qualche comune, è ancora nei cassetti dell’ente. Su quella di Cumbidanovu i lavori per realizzarla sono ripresi da poco tempo dopo decenni di stasi. Pure quella di Olai è senza collaudo. Le acque del depuratore di Su Tuvu si disperdono perché manca una rete conduttrice tante volte annunciata.
Nello scorso febbraio, in campagna elettorale per le regionali, tutti i candidati alla presidenza sembravano aver lo stesso compitino copiato con carta carbone. Diceva Alessandra Todde: «È necessario potenziare e riorganizzare l’Enas, garantendogli la continuità per poter realizzare la messa in sicurezza di tutte le dighe del sistema idrico e l’incremento della loro capacità di produzione elettrica da fonti rinnovabili. È fondamentale ridurre i costi di funzionamento sempre più alti che gravano sugli utenti, oltre ai numerosi interventi di manutenzione straordinaria sulle opere di trasporto e distribuzione, già in corso o in fase di progettazione, che garantirebbero una costante diminuzione delle perdite. Sono indispensabili anche importanti investimenti per incrementare il livello tecnologico per il monitoraggio e la contabilizzazione della risorsa erogata». Come si fa a non essere d’accordo con lei? Ma tra il dire ed il fare c’è la siccità.