Cristo nostra speranza
Commento al Vangelo di domenica 7 settembre 2025 - XXIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C
di Federico Bandinu
Piergiorgio Frassati (photo by Associazione Piergiorgio Frassati)
4' di lettura
9 Settembre 2025

Spesso siamo fortemente impressionabili dai numeri: «Siamo tanti, è un successo!» oppure «Siamo sempre meno, che delusione!». Gesù guardando le folle che lo seguono, non fermandosi a contare, propone loro di camminare con Lui verso la Pasqua. Egli è in cammino verso Gerusalemme e la gente lo segue incuriosita e incredula per i prodigi che, compiuti dal Maestro, hanno impressionato profondamente. Tutti camminano verso Gerusalemme ma quanti verso la Pasqua? Sono tanti quelli che hanno seguito il Maestro dalla Galilea a Gerusalemme ma sono pochi quelli che restano ai piedi della croce, sono tanti quelli che sentono la Parola di Dio ma pochi quelli che la ascoltano. La Parola di Gesù è un fuoco che non può lasciarci indifferenti e se ciò accade, forse, o l’abbiamo spenta o siamo eccessivamente ermetici per farci contagiare dal suo calore (Cfr. Diario di un Curato di Campagna). «Con la sua parola Egli ci dona la certezza che possiamo contare sul suo amore, sull’amore del Dio fatto uomo» (Benedetto XVI). Le folle erano impressionate dai miracoli; Gesù, sapendolo, invita ad andare oltre proponendosi come la Vita vera a cui tutto tende e in cui tutto trova significato. Ci propone di entrare in una relazione non semplicemente di essere spettatori di qualcosa che accade. «Tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo» (Fil 3,8). 

È Cristo la nostra Speranza. È Lui che rinnova le nostre relazioni purificandole e rendendole partecipi dell’Amore Vero che sgorga dal fianco squarciato di Cristo. Rinunciare – o addirittura odiare come suggerisce il greco – è uno spogliare le nostre relazioni, con gli altri e con noi stessi, di una sottomarca di amore a favore di un Amore che non conosca limiti perché attinto gratuitamente dalla «Fonte dell’Amore» (Stabat Mater). Cristo propone di costruire la torre della propria vita contando su un fondo di investimento infinito e gratuito: il Suo Cuore. Solo così la torre della vita può essere pronta per resistere ai terremoti affettivi, ai venti della disperazione, ai fulmini di eventi inaspettati. Solo con Cristo possiamo vincere la guerra contro un mondo che ci vuole compratori o fotocopie (Carlo Acutis). Egli invita i discepoli a puntare sempre verso l’Alto (Piergiorgio Frassati). Ciò accade se prendiamo la nostra croce e lo seguiamo. La croce da prendere è la nostra non quella di Gesù. Spesso vorremo salvare il Salvatore spostando le nostre attenzioni fuori di noi; ma Cristo cosa ci chiede? Guardare le nostre fragilità e le nostre ferite, che appesantiscono e rallentano il cammino, portarle a Lui, seguendolo, e lasciarsi toccare da quell’Amore che rende il giogo della croce leggero. «Se ancora temi e inorridisci sentendo parlare di giogo e di carico, questa paura non deriva dalla natura di queste cose, ma dalla tua negligenza, perché se sei pronto e hai buona volontà, tutto sarà per te facile e leggero» (Giovanni Crisostomo). Entrare nella relazione d’amore con Dio chiede solo una cosa: volerlo. Scegliere è ciò che, nella libertà intelligente, rende l’uomo un essere fatto «a immagine e somiglianza di Dio» (Gen 1,26). Scegliere di seguire Cristo, prendendo la propria croce, genera un portatore malato di Speranza, perché immerso nell’Amore sovrabbondante di Dio che tutto rinnova e tutto risana. Gesù è libero e ti vuole liberare, e tu? Sei pronto a metterti in gioco? 


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