La rappresentazione della folla
Un topos letterario che ha da sempre ispirato numerosi autori, dal mondo classico al Novecento
di V B Liceo Classico Nuoro
Edvard Munch, Sera sul viale Karl Johan (1892), Bergen, Museo d’arte
9' di lettura
9 Settembre 2025

La folla è una moltitudine di persone, al contempo simbolo di unità e disgregazione: infatti la folla riflette le emozioni della collettività. Si può prendere ad esempio una folla di manifestanti, in cui tutti sono solitamente animati dagli stessi ideali. Però può succedere anche che una folla sia composta da persone totalmente diverse e mosse da ideali differenti. Nel corso della storia le folle hanno avuto un ruolo centrale nelle rivoluzioni e nei cambiamenti politici, rappresentando il volere popolare. Per questa centralità le folle sono state spesso sfruttate dai più potenti e facoltosi per far valere le proprie idee e i propri interessi, e qui si dimostra anche la fragilità di una massa tanto influente. La folla è sempre stata una forza decisiva nella storia, capace di sostenere o rovesciare il potere. Per esempio, nell’antica Roma, il popolo non aveva un ruolo politico diretto, ma la sua voce era cruciale per l’Impero. Nei fori, nei mercati e negli anfiteatri, la folla esprimeva entusiasmo o rabbia, influenzando le decisioni degli imperatori. Per mantenerne il favore, gli imperatori offrivano panem et circenses, distribuendo cibo e organizzando spettacoli pubblici. Il Colosseo e il Circo Massimo erano luoghi in cui la folla trovava svago, ma gli spettacoli erano anche un mezzo per sfogare le proprie emozioni. In tempi di crisi, le sommosse popolari potevano scuotere il potere, costringendo gli imperatori a rispondere con concessioni o repressioni. Da semplice spettatrice, la folla poteva trasformarsi in un’arma pericolosa. Nell’Impero Romano, dunque, le masse non erano solo passive, ma un elemento essenziale del delicato equilibrio politico. 

Quello della folla è un topos letterario che ha da sempre ispirato numerosi autori. Si tratta del ruolo particolare che essa assume, rappresentata generalmente dal popolo e dalla massa, la quale è come se interpretasse il ruolo di un personaggio attraverso una moltitudine di individui. Il personaggio porta dunque in sé tutte le caratteristiche che accomunano la folla, un’entità con precise fattezze, le quali spesso sono legate all’irrazionalità, superficialità, arretratezza mentale, tendenza al materialismo, all’immediatezza e al peccato. Rispetto a quella folla emerge al contrario il protagonista, il quale o si distingue per uno sguardo mentale più profondo e sincero o per un sentimento di disagio e inadeguatezza; ad ogni modo, un focus sul personaggio principale conduce a comprendere che egli si trova in una posizione differente dalla folla e non si mescola con quella. L’autore cerca di solito di mettere il lettore in contatto emotivo con il protagonista: in questo modo può comprenderlo e impersonarsi in lui, attraverso un legame che può aiutarlo a comprendere sé stesso e la realtà circostante.  

Il tema della folla in ambito letterario è stato esplorato sotto molteplici angolazioni. Essa, per esempio, diventa un potente simbolo delle dinamiche collettive che riflettono le tensioni, le lotte di classe e i cambiamenti storici. Affiora frequentemente negli scritti greci e latini, rappresentando sia un oggetto di riflessione che un fenomeno sociale di grande importanza, con una duplice valenza: da un lato rappresenta la forza collettiva, dall’altro evidenzia l’alienazione dell’individuo. Nei testi greci, come nelle opere di Aristotele e Platone, la folla è spesso associata a un comportamento irrazionale e imprevedibile. Platone la rappresenta come una forza pericolosa che può minare la giustizia e la razionalità. Nella Repubblica critica la democrazia, vedendola come il governo della folla, che, essendo spinta dai desideri irrazionali, è incapace di perseguire il bene comune. La folla, secondo Platone, è facilmente influenzabile, suscettibile alla manipolazione e incapace di raggiungere la verità, incline a seguire i demagoghi ovvero persone che sfruttano le emozioni popolari per acquisire potere. Per questo esprime l’importanza della guida dei filosofi, in grado di trascendere le emozioni e la confusione della massa, poiché solo una minoranza di individui razionali è capace di prendere decisioni giuste per tutti. Nella Politica Aristotele descrive la politeia (governo dei molti) come una forma di governo che può degenerare in democrazia, un sistema dove la folla, priva di discernimento, può prendere decisioni che non giovano al bene comune.

Il tema della folla ricorre frequentemente nelle opere di Tacito, che, nelle sue narrazioni storiche, offre spesso una visione critica della folla, descrivendola come volubile, facilmente manipolabile e priva di pensiero autonomo. vulnerabile alla propaganda e agli impulsi emotivi, passando rapidamente dall’adulazione alla rivolta. Il popolo romano  un giorno esalta un imperatore, il giorno successivo può condannarlo con la stessa veemenza. Nella visione tacitiana, la folla diventa così uno strumento nelle mani dei potenti, ma allo stesso tempo rappresenta un elemento destabilizzante, capace di generare caos e rovina. Questo scetticismo verso le masse si inserisce in una visione storica più ampia, in cui le folle non sono mai protagoniste consapevoli, ma piuttosto pedine in un gioco più grande. La riflessione di Tacito sulla folla rimane tuttora attuale: nel mondo contemporaneo l’opinione pubblica, influenzata dai media e dai social network, mostra spesso la stessa mutevolezza e irrazionalità descritte dallo storico romano

La folla è anche spesso vista come simbolo di una resistenza culturale e religiosa che sfida l’autorità e l’ordine costituito, mettendo in discussione le strutture di potere esistenti. Tale concezione viene ripresa da Victor Hugo in Les Miserables, in cui la folla gioca un ruolo fondamentale nelle lotte sociali che pervadono il romanzo, come durante i moti del 1832, quando i giovani ribelli si ergono contro il governo reazionario, dimostrando come la forza collettiva possa diventare emblema di giustizia e speranza, anche nei momenti più difficili. Baudelaire vede nella folla il luogo in cui l’artista si perde e si ritrova, un anonimo osservatore tra gli sconosciuti. Manzoni, nei Promessi Sposi, descrive la folla come massa irrazionale, capace di passare rapidamente dall’ira alla compassione. Anche in Kafka la folla è minacciosa e opprimente, simbolo di un potere impersonale che annulla l’identità del singolo. In Dostoevskij, invece, la folla diventa specchio delle tensioni sociali e morali. La letteratura, dunque, ha sempre oscillato tra la celebrazione della folla come forza storica e la denuncia della sua natura instabile e spesso pericolosa. Luigi Pirandello affronta la folla secondo un’altra prospettiva, concentrandosi sull’individualità e sull’alienazione dell’individuo. Nei Sei personaggi in cerca d’autore esplora il conflitto tra l’individuo e la società, mettendo in evidenza come la folla possa ridurre l’individuo ad un’entità senza identità, costringendolo a conformarsi a ruoli imposti dalla collettività. La folla è dunque una forza che non solo annulla l’individualità, ma manipola anche la percezione della realtà, non è semplicemente irrazionale, ma è anche un veicolo di crisi per l’individuo, che cerca disperatamente di affermarsi in un mondo che lo disconosce. Nel romanzo Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque, la folla è una forza che annienta l’individuo, riducendolo a un elemento insignificante in un conflitto insensato. I soldati, pur essendo uomini con storie personali, diventano parte di una massa senza identità, destinata a morire in battaglia. La guerra trasforma la collettività in una realtà disumanizzante, dove ogni soldato è solo un numero da sacrificare per un obiettivo che non ha più senso. La folla, in questo contesto, è una somma di solitudini, un gruppo che non offre solidarietà ma solo alienazione. Anche se circondati dai compagni, i soldati vivono la guerra come una condizione di isolamento esistenziale, intrappolati in un caos che non permette loro di mantenere la propria umanità. La massa non è una fonte di speranza, ma di disgregazione dell’individuo. La folla può essere anche fonte di ispirazione artistica, come si può notare nel dipinto di Edvard Munch Sera sul viale Karl Johan: nell’opera i borghesi che passeggiano per il viale assumono un aspetto del tutto irreale, come un’accusa all’alienazione dell’umanità nella società moderna.

Il tema della folla è un argomento ricco di contraddizioni e sfaccettature, infatti questa esercita un’influenza profonda sul modo in cui le persone percepiscono sé stesse e il mondo intorno. Immersi in un gruppo numeroso, si ha l’impressione che le decisioni nascano altrove, in un punto indefinito tra le voci e i gesti degli altri. La sicurezza cresce, ma allo stesso tempo si attenua la capacità di distinguere tra scelta personale e imitazione. La folla può generare slanci di solidarietà e coraggio, ma anche impulsi irrazionali e violenti. Il numero offre protezione, ma diluisce la responsabilità, fino quasi a dissolverla. Le masse nonostante ciò non sono solo teatro di impulsi ciechi: hanno saputo scuotere la storia, dare voce a chi non l’aveva, rovesciare ordini ingiusti. Il problema nasce quando il movimento diventa un’abitudine e l’adesione si trasforma in automatismo. Seguire un gruppo non dovrebbe mai significare smettere di interrogarsi sulla direzione in cui si sta andando. 

La folla è anche un simbolo della tensione tra ordine e caos, dove l’individuo perde la propria identità per diventare parte di un’entità più grande, capace sia di azioni nobili che di distruzione. Questo dualismo continua a manifestarsi nei secoli, come nelle riflessioni moderne sulla psicologia collettiva.


A cura degli alunni della classe V B del Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro: Nicola Alpigiano, Francesca Capurso, Fabiola Carta, Beatrice Delpiano, Stefano Deriu, Marta Dessena, Rosella Fronteddu, Emma Gaias, Giuseppe Obinu, Emanuele Pinna, Marisa Piras, Pasquina Salis, Giulia Siotto, Paola Vilia, Angelica Zanda 

Coordinamento didattico: Venturella Frogheri

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