23 Settembre 2020
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Nel giardino di Casa Rossi, nel cuore di Santu Predu a Nuoro, è stato presentato il libro “Sa reina ‘e sos Prinzipales” di Fatima Becchere, Pratograf Stampa Nuoro, illustrazioni di Raffaele Piquereddu. “Più che un libro è un progetto editoriale molto coraggioso e ambizioso che intende raccontare la storia coniugando l’arte narrativa con l’arte grafica– ha affermato Maria Annunziata Giannotti nell’introdurre la serata- con l’intento di arrivare ai giovani che oggi più che mai vivono di immagini e che hanno conosciuto questa storia del banditismo di fine ottocento solo a traverso i libri o i racconti dei nonni”. Il testo racconta la banditessa Maria Antonia Serra Sanna che proprio a Santu Predu ha mosso i primi passi della sua avventurosa esistenza. Donna bella e crudele, vittima di se stessa e del suo destino, ma allo stesso tempo fragile con le sue passioni e le sue incertezze. Nel suo intervento l’autrice, alla sua prima prova letteraria, ha spiegato il perché abbia scelto di esordire proprio con Sa Reina:“Tutta questa vicenda fa parte della nostra storia e la passione per il banditismo che accomuna me e Raffaele Piquereddu, ha fatto da collante – ha dichiarato- Abbiamo voluto raccontarla con una formula grafico-narrativa in quanto si presta ad un più ampio target, ai giovani e ai meno giovani che non conoscono perfettamente la stiria di questa famiglia. Non volevamo riabilitarla ma neppure giudicarla – ha proseguito la Becchere – solo proporre in modo diverso questa donna che ha fatto delle scelte ma che ha anche pagato per le scelte che ha fatto”. Per la scrittrice questo vuole essere un progetto d’amore per la sua città con la speranza che questa storia possa viaggiare anche oltre Nuoro e attraverso il nostro passato si veicoli anche la conoscenza delle nostre usanze e dei nostri costumi”. “Il progetto è nato quasi per gioco – ha precisato Raffaele Piquereddu autore delle illustrazioni contenute nel testo – in seguito è diventato una sfida in cui ci abbiamo creduto e che ha richiesto un lavoro di grande impegno, tuttavia molto entusiasmante. Calarsi in quel determinato periodo storico – ha detto ancora Piquereddu – nella mentalità, nel modo di abbigliarsi è stato difficile perché ne ho voluto cogliere i benché minimi particolari. La scelta della grafica in bianco e nero non è stata casuale ma dovuta al fatto che più di altri colori evocano il passato”. Per Fatima Becchere, che ha saputo raccontare la storia nel modo più avvincente, dopo la loro tragica fine i Serra Sanna hanno avuto una sorta di damnatio memoriae. Nella fine ottocento, Nuoro ha sofferto moltissimo la presenza di questa famiglia osteggiata da molti, nemica giurata di tanti. Questa storia voleva essere dimenticata da tutti, ma dimenticare vuol dire perdere, lasciare nell’oblio una parte del vissuto che comunque ci appartiene. Proprio in questo luogo specifico che è Santu Predu, è nata questa vicenda in una situazione di estrema povertà che ha portato i Serra Sanna a compiere delle scelte che sono ricadute sulla comunità costretta a piegarsi perché non poteva fare altrimenti. Il loro modo di vivere aveva radici molto profonde a Nuoro, perché potevano contare su numerosi fiancheggiatori anche illustri. Con la notte di San Bartolomeo, quando venne tratta in arresto, ebbe inizio il declino di questa famiglia. Nel carcere, dove ha trascorso vent’anni, in qualche modo “Sa Reina” conoscerà l’amore (sposerà il fratello di una compagna di cella). E così la vita ha voluto mostrare un’altra faccia anche a questa donna votata al male che, nonostante tutto, ha voluto essere anche donna.