Tempo d’avvento anche a scuola
di Bachisio Porru

21 Dicembre 2024

5' di lettura

C’è un Avvento liturgico che prepara la comunità dei fedeli al Natale, e c’è un Avvento per la scuola che attende da decenni inutilmente la sua rinascita. Anche per la scuola la liturgia è quasi sempre uguale. La Regione Sardegna approva le Linee Guida per la programmazione della rete scolastica per l’anno scolastico 2025-26 e indica a Comuni e Province le basi su cui potranno formulare le proposte di riorganizzazione del servizio scolastico nel territorio. Il calendario risente quest’anno del ritardo dovuto alle novità introdotte dalla Legge n.7/21 che ha modificato l’assetto territoriale della Regione e creato due Città Metropolitane e 6 province. La provincia di Nuoro e la nuova provincia d’Ogliastra procedono, perciò, in modo separato, a formulare le loro proposte di riorganizzazione. 

Le possibilità di azione in capo a Enti Locali e Regione, anche per la cronica mancanza di una specifica legge regionale, sono in verità molto limitate. Superate le norme sull’adeguatezza dimensionale introdotte a fine anni ’90, lo Stato è andato sempre più difendendo le proprie prerogative. Nelle leggi di Bilancio 2023 e del pluriennale 2023/2025 infatti, superando il concetto di dimensionamento, ha introdotto una relazione biunivoca tra il numero dei dirigenti scolastici e il numero delle autonomie scolastiche, riservando alle regioni solo la definizione del tipo e della ubicazione delle istituzioni scolastiche, l’istituzione o l’aggregazione dei nuovi plessi. A nulla è valsa l’opposizione delle regioni a tale legge, rigettata dalla Corte Costituzionale, la quale ha riconosciuto la legittimità della legge nazionale (sentenza 223/2023) confermandone la validità e quindi la cogenza. Di più. La stessa Consulta con sentenza 168 del 2024 ha dichiarato l’illegittimità della legge della Regione Sardegna con cui si prevedeva il mantenimento di tutte le autonomie scolastiche dell’anno scolastico 2023/24 nonché uno specifico “Presidio” delle Autonomie soppresse. Alla Sardegna sono stati perciò indicati questi coefficienti di calcolo per il triennio: anno scolastico 2024/25, un Dirigente ogni 961 alunni, 228 Autonomie; a.s. 2025/26 un Dirigente ogni 949 alunni, 225 Autonomie: a.s. 2026/27 un Dirigente per 938 alunni, 220 autonomie. 

Lo scorso anno con effetti sull’anno corrente la provincia di Nuoro sacrificò 7 autonomie. In città sono stati unificati i Comprensivi Maccioni e Deledda oltre i tecnici Satta e Chironi. È stato sospeso per un anno l’accorpamento Liceo Classico e Pedagogico. Su base regionale la Sardegna è chiamata quest’anno a sacrificare altre nove autonomie, con effetti dall’a.s. 2025/26. Due su Cagliari e una ciascuna per le restanti sette province. Su questa base sono stati chiamati a decidere (ratificare) i vari tavoli provinciali. Nei giorni scorsi la Conferenza sul dimensionamento in Ogliastra ha visto gli amministratori locali in totale disaccordo con l’indicazione della Regione e si è detta indisponibile al taglio di un’altra Autonomia (ne ha 11) riservandosi di impugnare ogni taglio di fronte al Tar. Anche Oristano (ha 21 Autonomie) intende opporsi strenuamente a ogni tentativo di ulteriore dimagrimento e ha chiesto un incontro urgente alla competente Commissione Consiliare regionale. Nuoro, nella seduta deliberante dello scorso 4 dicembre, presenti una quindicina di sindaci, quattro/cinque dirigenti scolastici e alcuni dirigenti sindacali, ha deciso di non decidere. La scure potrebbe, dovrebbe, ricadere ancora sull’ accorpamento del Classico col Pedagogico (derogato per un anno) o sul Comprensivo di Orgosolo che conta 302 alunni. I sindaci nuoresi presenti hanno chiesto a gran voce ai parlamentari e ai consiglieri regionali della Sardegna di farsi unitariamente latori di una proposta di ulteriore deroga rispetto alla cogente programmazione del Governo centrale, pur validata per ben due volte dalla sentenza della Corte Costituzionale. La partecipazione ai tavoli e la qualità delle decisioni stanno a indicare la debolezza della rappresentatività politica che si accorge della scuola nel tempo dell’Avvento per ricacciarla nel dimenticatoio il resto dell’anno. 

Da due decenni il gioco è sempre lo stesso. Si prenda in considerazione un dato demografico. Nell’a.s. 2012/13 nella provincia di Nuoro, Ogliastra compresa, si contavano 35.126 alunni per 77 Autonomie scolastiche. Nell’anno in corso registriamo 24.012 alunni per 39 Autonomie. Non dimensionano gli Enti Locali, dimensiona la demografia che non guarda in faccia nessuno. Ecco perché in tempo d’Avvento a scuola la liturgia è sempre la stessa. Decidere di non decidere presuppone la volontà degli amministratori locali di non essere associati al mero taglio di autonomie voluto a livello centrale e accettato senza possibilità di opposizione realistica dalla regione. Chiedere poi a parlamentari e consiglieri regionali di proporre ulteriori deroghe per la Sardegna significa voler restare nella sempiterna logica vittimistica dei territori nei confronti dello Stato, visto che sarà impossibile che deroghe al piano nazionale vengano accordate solo alla Sardegna e non anche alle altre regioni vanificando così la programmazione dimensionale nazionale. I tagli non effettuati sul territorio saranno infatti operati matematicamente dalla stessa Regione. L’approvazione di una specifica legge sulla scuola, attesa da76 anni, riveste ormai un vero carattere emergenziale. Essa dovrebbe assumere tutte le attribuzioni riconosciute alle regioni a statuto speciale, disegnando un sistema regionale per l’istruzione, con un piano integrato dell’offerta formativa, aderente alle esigenze e alle potenzialità della regione.

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