Un settimanale per seminare speranza
di Francesco Mariani

8 Gennaio 2025

3' di lettura

L’anno che iniziamo, il 2025, tra le tante cose, ci introduce ad una ricorrenza del tutto speciale: il centenario del nostro settimanale! L’Ortobene nasce, come bollettino mensile della Diocesi, nel gennaio del 1926, su iniziativa dell’allora vescovo monsignor Maurilio Fossati, divenuto poi cardinale a Torino. Nel dicembre del 1925 lui spiega perché nasce questo bollettino e quali obiettivi intende raggiungere. La mancanza di «un piccolo periodico, che legano i figli al padre, l’ho sentita subito fin dai primi giorni della mia venuta in Diocesi». All’assenza di una adeguata comunicazione attribuisce anche il concorso «piuttosto esiguo» registratosi in occasione del pellegrinaggio diocesano a Roma, per il giubileo. Anche questa è una coincidenza interessante visto che ai nostri giorni è iniziato il Giubileo della Speranza. La possibilità di lucrare l’indulgenza, senza andare a Roma, venne estesa nel 1926, a tutte le diocesi e sull’Ortobene vennero pubblicate le modalità.

Ricorrendo nel ’26 il venticinquesimo dell’installazione della statua di Cristo Redentore, sul monte Ortobene, «abbiamo voluto che questo piccolo periodico si intitolasse L’Ortobene, perché deve essere il centro e lo stimolo della vita religiosa diocesana, vuol essere un invito a stringersi tutti attorno a questo Redentore».  

Altra ricorrenza molto importante è che dal 1° gennaio 1926 dovevano entrare in vigore le Costituzioni del Concilio Plenario Sardo, cruciali per la religiosità popolare isolana. Una scelta per nulla indolore, «questo periodico spiegherà i punti più difficili a praticarsi».

L’obiettivo fissato per il primo anno è di 24 mila copie distribuite in diocesi. A tal fine si raccomanda ai parroci di impegnarsi nella diffusione e negli abbonamenti.

Nel corso del secolo il mensile è diventato prima quindicinale e poi settimanale, ha cambiato più volte veste tipografica e contenuti continuando però ad essere espressione della comunità diocesana e voce del territorio.

Il primo direttore de L’Ortobene fu don Giovanni Prina (1926-43), ad esso subentrarono don Salvatore Delogu (1943-1960), don Gonario Cabiddu (1960-1972), don Salvatore Bussu (1972-1995), il futuro vescovo di Tempio Ampurias Sebastiano Sanguinetti (1995-1996), don Giovanni Carta (1997-2014), il giornalista Michele Tatti (unico laico, 2014-2020) e l’attuale direttore (unico prete non canonico).  

Le svolte strategiche più significative nel campo dei mezzi di comunicazione diocesana avvennero con monsignor Melis, il Vescovo del 50° del settimanale e creatore di Radio Barbagia (che compie 50 anni). Ma di questo avremo modo di parlarne nel dettaglio.

Oggi, il vescovo Antonello ci chiede questo: «Mi convince un giornale che dialoga e fa dialogare, che apre dibattiti inattesi e provoca domande sotterranee. Uno strumento che ha grande fiducia anche in coloro che pur non essendo “fedeli” non sono mai considerati “infedeli”, perché un cattolico – per primo – non può ignorare che lo Spirito, quello di Dio, soffia quando e come vuole. Mi attendo quindi un giornale coraggioso, non presuntuoso, pungente non remissivo, fedele alla Chiesa proprio perché “libero” di circolare dovunque, percependo non tanto “l’aria che tira” ma lo Spirito che soffia». Una missione per i seminatori di speranza.

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--