
29 Aprile 2025
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L’associazione culturale no-profit “UrBurners” in un momento storico in cui le connessioni sociali e culturali sono fondamentali per la crescita di una comunità, lancia “UrburnersLab: Connessioni di Cultura Urbana”, trasformando attraverso l’arte delle danza il Polifunzionale di Via Roma a Nuoro in un catalizzatore di energie creative e di scambio culturale.
Per tutto il mese, UrBurners è protagonista di evento unico per la città e in generale per la Sardegna. Iniziato il 4 aprile ha da subito riscosso successo, attirando visitatori da tutta l’isola e coinvolgendo diverse generazioni, dagli appassionati giovanissimi agli anziani interessati a conoscere un mondo così distante dal loro. Il progetto terminerà il 3 maggio, ma sono già in agenda diversi appuntamenti per il resto dell’anno in giro per la Sardegna.
«Questo evento è una bella opportunità per la comunità di sperimentare, apprendere e condividere le diverse forme espressive della cultura urbana attraverso alcuni dei suoi esponenti più attivi – spiegano i fondatori dell’associazione -. L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che Nuoro, come molte realtà urbane contemporanee, necessita di spazi di aggregazione dove le energie creative possono fluire liberamente, creando connessioni significative tra diverse generazioni e background culturali. In un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale, noi vogliamo promuovere invece un’intelligenza analogica, fondata sul contatto umano diretto, sulla corporeità e sull’esperienza sensoriale collettiva».
Durante la sua durata, il programma prevede workshop di breaking e writing, laboratori creativi, proiezioni cinematografiche in collaborazione a Hip Hop Cinefest di Roma. Il Polifunzionale di via Roma finalmente impegnato, è al momento un luogo di incontro in cui artisti e cittadini possono condividere esperienze e competenze.
UrBurners si impegna nel sociale, l’obiettivo principale è divulgare la cultura Hip Hop e le sue diverse discipline in maniera sana e costruttiva coinvolgendo ragazzi in difficoltà, insegnando loro le fondamenta di questa cultura e le leggi non scritte che vigono ormai da cinquant’anni. Così facendo i giovani vengono indirizzati verso una pratica corretta di quest’arte, tenendo in considerazione il contesto, sono in grado di riqualificare zone urbane abbandonate e restituirle con un’altra luce alla comunità.
Partita come una sub cultura, la street art nasce per intrattenere e coinvolgere chi quelle strade le abitava, dal Bronx di New York degli anni ’70 sino a divenire il movimento culturale che noi tutti conosciamo come “Hip Hop”. Ancora oggi c’è chi non lo comprende e chi non lo apprezza oppure semplicemente sono l’una la conseguenza dell’altra, trattandosi di un’arte ricercata spesso espressa non in maniera esplicita e di immediata comprensione. Ed è proprio questo il fine del progetto UrburnersLab, far conoscere attraverso una full immersion di un mese una cultura artistica frequentemente sottostimata e banalmente associata a coloro che “imbrattano i muri”.
«Viene spesso data un’accezione negativa – spiega Luca Pedes, artista da oltre trent’anni -. Io dico sempre che le radici dell’odio partono da una scarsa conoscenza. Quando non consociamo qualcosa diventiamo diffidenti nei suoi riguardi e finiamo per metterla in un angolo o combatterla, ed è questo ciò che spesso accade agli artisti di strada etichettati come vandali. Il nostro obiettivo è aiutare i giovani avvicinandoli ad una cultura da cui possono imparare disciplina, pazienza, impegno e rispetto dando loro uno scopo e un modo costruttivo di occupare il loro tempo e le ore per strada, nel pieno rispetto della comunità».