
14 Marzo 2025
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Il cosiddetto campo largo a locomotiva M5stelle e Pd, con capotreno Emiliano Fenu sta per partire dal binario uno che, come sempre, spetta di diritto al centrosinistra e cespugli affini.
Nonostante i mal di pancia per l’ingresso in coalizione dei Progressisti, con in testa Fabrizio Beccu, i passeggeri hanno già i posti assegnati in carrozza e la torta per l’arrivo finale: M5s avrà la porzione del sindaco ed il Pd della Provincia con Giuseppe Ciccolini, per raggiro eterno sindaco di Bitti. I programmi sono ancora in via di elaborazione ma l’impalcatura elettorale e bell’e fatta.
Sul binario due è pronta a partire la tradotta guidata da Lisetta Bidoni. A lei non si possono muovere accuse di incoerenza perché è stata all’opposizione dell’amministrazione Soddu con trasparenza e chiarezza. L’hanno telegrafata per aderire al campo largo ma ha capito subito che sarebbe stata relegata a bella statuina. Non le hanno dato manco il tempo di pronunciare verbo nel capitolo dei reverendi attovagliati. Nel suo caso il programma è quasi elaborato, manca qualche dettaglio e qualche apporto significativo che potrebbe arrivare da eventuali alleati.
Nel binario tre è attesa la littorina del centro-destra che è ancora in fabbrica. Il progetto sembra essere quello di una grande coalizione di liste senza simbolo di partito e dunque di aree politiche e civiche. Proposito lodevole ma non facile da realizzare in assenza di un programma condiviso e considerato l’istinto suicida del centro-destra nuorese. Il nome del capotreno (Giuseppe Luigi Cucca) sembrava cosa fatta ed invece non è andata così. Quindi non si sa ancora chi sarà la guida e neanche quali passeggeri saliranno a bordo. Per esempio, non si capisce ancora, mentre andiamo in stampa, dove andranno a transitare i sardisti, impegnati nel loro confronto interno delle tre sezioni cittadine (leggi comunicato stampa in basso).
Il binario quattro non ha avuto, per ora, prenotazioni ma i ritardi sono da mettere in conto. Uno scontento dell’ultimo minuto lo si trova sempre. E non è detto che abbia torto, politicamente parlando. D’altronde a Nuoro, salvo sconvolgimenti, per le comunali, si vota perlopiù in base a rapporti ed interessi personali e non politico-amministrativi.
L’attuale sistema elettorale per le comunali (ma anche per le regionali) non invoglia a scelte e candidature secondo ideali politici ma semplicemente a scommesse su chi va al ballottaggio e chi vince. Accade così che si sia esclusi dal consiglio comunale pur avendo ottenuto oltre due centinaia di voti e al contrario si diventi consiglieri con trenta voti. Normare una democrazia non è per niente semplice ma almeno nel linguaggio proviamo ad esserlo. In regione ed in municipio sarebbe ora di smetterla col dire “il consiglio ha approvato…”. Più corretto è dire “la maggioranza consiliare ha approvato…”. In particolare quando le opposizioni non sono state consultate, quando nessuna loro proposta migliorativa è stata accolta, quando a malapena le si è lasciate parlare. La maggioranza non è il consiglio comunale o regionale: è una parte, certamente decisiva e rappresentativa di esso, ma c’è anche l’opposizione che in una democrazia seria va ascoltata e rispettata. Non va cercata solo quando ci sono da elargire le mancette regionali ma anche quando in ballo ci sono leggi e norme che riguardano tutta la cittadinanza.