Milano
Armida Barelli sarà proclamata beata
Il 30 aprile a Milano la cerimonia di beatificazione
di + Pietro Meloni
Armida Barelli
6' di lettura
20 Aprile 2022

Armida Barelli “è il mio angelo custode”, amava dire Padre Agostino Gemelli. Armida, donna veramente “angelica”, sarà proclamata “beata” dal Papa Francesco il prossimo sabato 30 aprile. Esulta in cielo il coro dei Santi e sulla terra esultano i cristiani, in modo speciale le socie della “Gioventù Femminile di Azione Cattolica”. È questa la sua opera più conosciuta, accanto alla fondazione della ”Università Cattolica del Sacro Cuore” ed alla costellazione di straordinarie iniziative di valore sociale, religioso e culturale.

Armida Barelli era nata a Milano nell’anno 1882 in una famiglia cristiana di sei figli. Nella sua casa respirò la fede, l’amore, la preghiera. Per compiere gli studi fu mandata in Svizzera, nel Collegio Religioso di Menzingen, che godeva in quel tempo di grande prestigio, sotto la guida delle “Suore della Santa Croce”. Fin da giovane coltivava nel suo cuore l’ideale del servizio ai giovani, ai deboli e ai diseredati, e decise di consacrare la sua vita al Signore nello stato laicale emettendo il suo voto nel Duomo di Milano nel 1913. Divenne terziaria francescana, perfezionando la sua spiritualità francescana sotto la guida del Padre Arcangelo Mazzotti, che scelse come suo direttore spirituale, del sacerdote Don Angelo Mauri e del Padre Agostino Gemelli.                  

Nell’anno 1917 fondò la “Gioventù Femminile di Azione Cattolica” nella Diocesi di Milano, vivamente sostenuta dall’arcivescovo Card. Andrea Ferrari. Nel 1918 diede vita alla “Gioventù Femminile” in tutta l’Italia, a immagine della “Gioventù Maschile” nata cinquanta anni prima e il Papa Benedetto XV la nominò “Presidente Nazionale”. Nel 1921 divenne Amministratrice della Casa Editrice “Vita e pensiero”, contribuendo ad alimentare la cultura nel laicato cattolico. Il 7 dicembre 1921, festa di Sant’Ambrogio, fu la fondatrice della gloriosa “Università Cattolica”, in sintonia con Mons. Francesco Olgiati, Padre Agostino Gemelli e Prof. Vico Necchi, raccogliendo il desiderio del Beato Giuseppe Toniolo, che ne aveva preparato la nascita e che era morto due mesi prima. Tesoriera della stessa Università, ideò la “Giornata Universitaria” per la raccolta di contributi, e così nel 1924 cominciarono le attività accademiche delle facoltà di “Scienze Sociali” e “Scienze Filosofiche”.

Ad Assisi nel 1919, in un convegno presieduto da Fra Arcangelo Mazzotti nel Convento di San Damiano, fondò le “Terziarie Francescane del Regno Sociale del Sacro Cuore”, che si trasformarono in “Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo”. Era una vera novità ecclesiale, che apriva ai laici la possibilità della consacrazione a Dio vivendo nel mondo, con la prospettiva di dedicarsi all’apostolato. Le “Missionarie della Regalità si dedicarono anche al potenziamento della formazione liturgica del laicato cattolico. La originale visione pastorale avrebbe ricevuto la sua fisionomia universale, aperta a tutti i laici e le laiche, nella Costituzione Apostolica “Provida Mater Ecclesia” del Papa Pio XII nel 1947, che ereditava la proposta fatta dal Papa Leone XIII nel 1889 col Decreto “Ecclesia Catholica”.

L’azione apostolica fondamentale di Armida Barelli è stata la guida della “Gioventù Femminile di Azione Cattolica”, il cui alto ideale lei diffuse in tutta l’Italia, percorrendo la penisola e le isole nei difficili anni del regime autoritario. Le sue giovani dell’Azione Cattolica chiamavano “Armida”  la “Sorella Maggiore” e lei le guidava con le sue ardenti esortazioni, negli incontri associativi e sul giornale  “Squilli di risurrezione”. L’associazione raggiunse la quota  di “un milione e mezzo di socie”, che erano felici di portare il “nome di battaglia” di “piccolissime, beniamine, aspiranti, socie effettive”. Era una strada che favoriva anche l’emancipazione della donna, al cui scopo Armida sempre si impegnò, insieme a molte altre illustri donne di varia ispirazione, finché giunsero il 10 marzo 1946 alla conquista del voto amministrativo, e poi del voto politico. E il  2 giugno 1946,  nel referendum per la scelta tra “Monarchia e Repubblica”, le donne poterono votare per la prima volta nella storia italiana.

In quello stesso’anno Armida fu nominata da Pio XII “Vice Presidente Nazionale” dell’Azione Cattolica Generale, a fianco del presidente Vittorino Veronese. Nell’anno 1948, che l’Italia ricorda per le prime Elezioni Politiche della Repubblica il 18 aprile, la Barelli organizzò il “Convegno Nazionale” per celebrare a Roma il “Trentennio della Gioventù Femminile”, preceduto dal “Convegno Nazionale” per “l’ottantesimo anniversario della Gioventù Maschile”. Il Papa Pio XII, parlando alle 200.000 giovani presenti in Piazza San Pietro, le esortò a custodire sempre accesa “la fiamma viva che alimenta in voi un luminoso e ardente focolare di zelo”. Nel 1949 fu colpita da una grave malattia, che lei accolse con spirito di fede e di serenità: “Accetto la morte, quella che Dio vorrà, in piena adesione al volere divino”. E offrì la sua sofferenza per il Regno di Dio e in modo speciale per la nascita della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica.”. Morì a Marzio vicino a Varese il 15 agosto 1952.

La Sardegna vide presente Armida Barelli nelle visite alle associazioni di Azione Cattolica, mentre a Sassari lei non mancava di recarsi dal suo direttore spirituale Mons. Arcangelo Mazzotti. Un gesto significativo del suo amore per l’isola fu l’edificazione del monumento sepolcrale alla martire di Orgosolo “Antonia Mesina”, socia sedicenne dell’Azione Cattolica, martirizza per custodire la sua purezza il 17 maggio 1935. La tomba fu benedetta dal vescovo Mons. Giuseppe Cogoni il 26 febbraio 1939, alla presenza della rappresentante di Armida Barelli, la signorina Maria Ticconi del Centro Nazionale della Gioventù Femminile.

La Chiesa di Milano nell’anno 1970 diede inizio alla causa diocesana per la sua canonizzazione. Nel 2007 fu dichiarata “venerabile” dal Papa Benedetto XVI e nel 2021 venne riconosciuto il miracolo ottenuto per sua intercessione a Prato, con la guarigione di Alice Maggini, investita da un’automobile sulla sua bicicletta nel 1989. Ora l’avvenimento da tutti atteso sarà la celebrazione della sua “beatificazione”, che avverrà il 30 aprile nel Duomo di Milano.

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