La mostra “Cosa resta di noi, Cosa resterà di me” di Ruben Montini
di Antonella Poggiu

17 Febbraio 2025

3' di lettura

Cosa resta di noi, Cosa resterà di me” di Ruben Montini (Oristano, 1986) verrà ospitata presso il Museo Etnografico Regionale “Collezione Luigi Cocco” all’interno della Cittadella dei Musei di Cagliari, inaugurazione sabato 22 febbraio alle ore 18 (resterà aperta fino al 14 aprile 2025).

La mostra  costituita dall’esposizione di quattro tappeti che rappresentano un dialogo tra l’arte contemporanea e l’artigianato tradizionale.  Il progetto intende porsi come un raffinato e profondo dialogo tra la produzione contemporanea dell’artista e le tematiche antropologiche ed etnografiche della Collezione Cocco.

Il progetto si snoda attorno a una riflessione sulle tracce lasciate dalle collettività e sull’eredità dei gesti e delle tradizioni che ci legano al passato.
I quattro tappeti testimoniano la pratica artistica del recupero in senso rigenerativo della lavorazione tradizionale del tessuto oltre al concetto di soggettivo-collettivo così ben espresso da Maria Lai quando riferendosi all’opera d’arte la considera un atto compiuto in solitudine a testimonianza di secoli di esperienze collettive. Tali tappeti non sono semplici oggetti decorativi, ma portano con sé storie di comunità e di pratiche artistiche che si mescolano al vissuto dell’artista, traducendosi in un linguaggio visivo che pone in dialogo passato e presente, memoria collettiva ed esperienza individuale.
Tre di essi, intitolati “Cosa resta di noi”, sono realizzati in lana attraverso la tipica lavorazione a pibiones, eseguita dalle esperte tessitrici di Mogoro della Cooperativa Su Trobasciu, un piccolo centro della Sardegna che conserva questa antica tradizione. Il quarto tappeto, “Cosa resterà di me”, è realizzato in broccato, una tecnica tessile più complessa che rimanda a una tradizione ancora più antica, ma altrettanto rappresentativa del mondo artigianale sardo.

All’interno di uno spazio che custodisce il passato, come la Collezione Luigi Cocco, la sua installazione di tappeti e la riflessione sulla memoria ci spingono a riconsiderare il nostro rapporto con il patrimonio culturale, chiedendoci, con una domanda mai banale, “Cosa resta di noi?”

Efisio Carbone, Direttore del Polo Museale Isre: «Con “Cosa resta di noi, Cosa resterà di me”, il Museo Etnografico Regionale si fa spazio di ricerca e sperimentazione, ospitando un progetto che non si limita a esporre opere, ma propone un’esperienza immersiva e concettuale. Il lavoro di Montini, frutto di un dialogo con le tessitrici di Mogoro, è una riflessione profonda sul concetto di eredità culturale e sulla responsabilità della conservazione. La collaborazione tra artisti e artigiani è il cuore di questa esposizione, dimostrando che il patrimonio non è statico, ma un organismo vivo in continua evoluzione.»

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