I bambini che la scorsa estate hanno partecipato alle iniziative dell’Oratorio diocesano (photo by Oratorio San Domenico Savio Nuoro)
Oratorio diocesano, la persona al centro
Don Stefano Paba illustra le attività: dal doposcuola ai laboratori, allo sport. Formazione «come in famiglia»
di Redazione

15 Ottobre 2024

5' di lettura

L’educazione «è cosa di cuore», diceva don Bosco e l’Oratorio diocesano “San Domenico Savio” vuole prendersi cura dei bambini e dei ragazzi in ogni situazione. Il doposcuola, lo spazio-compiti – come qui viene chiamato e di cui è responsabile suor Sandra – è perciò l’ambiente in cui i bambini della scuola primaria e i ragazzi della scuola secondaria di primo grado possono fare i compiti insieme e poi giocare, fare sport o partecipare ai gruppi e ai laboratori proposti dall’oratorio. In questo spazio, aperto dal lunedì al venerdì, dalle 15.30 alle 17 i bambini e i ragazzi non saranno soli ma verranno accompagnati da volontari e animatori che li aiuteranno e seguiranno nel loro lavoro.

Il parroco don Stefano Paba tiene a inserire questa attività nel più ampio contesto dell’attività dell’Oratorio. «L’emergenza educativa globale – dice don Stefano – pone la pastorale oratoriana e parrocchiale dentro un criterio di discernimento a cui riconosciamo la priorità rispetto ad altri aspetti e ambiti. I ragazzi dalle scuole elementari alle medie sono i destinatari ai quali indirizzare un’attenzione maggiore per formare generazioni di giovani con un metodo di lavoro.

L’Oratorio in particolare costituisce una casa dove essere accolti, apprendere a stare con le diversità di caratteri, età, ruoli come in famiglia: gesti e parole proprie di una buona educazione e cortesia. La presenza di educatori, religiosi e laici, è la prima scelta di un Oratorio aperto alle famiglie. L’attività dell’“Estate Ragazzi” che accoglie centinaia di ragazzi da tutta la città, ormai da decenni, rappresenta per noi l’espressione più caratteristica di famiglia».

L’Oratorio è dunque principalmente «parrocchia che evangelizza, come diceva don Bosco – spiega ancora il parroco – perché è la spiritualità e la missione stessa della comunità cristiana. Aver cura delle nuove generazioni è scelta come priorità. Tutte le attività e i servizi sono ancorati da questa spinta verso i ragazzi e i giovani: la catechesi, la liturgia anche la carità è indirizzata coinvolgendoli il più possibili, animando e accompagnando il loro tempo e la loro crescita, anche nel tempo libero. La parrocchia ha perciò un’attenzione particolare nella crescita e nel percorso di fede dei ragazzi, stimolandoli a non fermarsi nel cammino sacramentale, nel proporgli la ripresa e nel coinvolgimento delle loro famiglie. In seguito propone uno spazio giovanile per continuare nell’animazione dell’Oratorio con percorsi di formazione condivisa nel carisma di don Bosco».

Il doposcuola, come detto, si inserisce in questo contesto: «Essere supportati nelle fatiche di concentrazione, apprendimento, sintesi, esposizione – sottolinea don Stefano -: consegnando e invitando alla riflessione sul valore che queste fatiche hanno per costruire il lavoro di domani, la sua serietà e la costanza. Si tratta di far riscoprire la motivazione di ciò che piace e perseguire i propri sogni, scoprendosi nella conoscenza di sé, dei propri talenti e dei propri limiti sui quali lavorare maggiormente. La presenza di diversi docenti e volontari che aiutano nelle diverse discipline è la proposta fatta rispettando questi principi».

Accanto al doposcuola, come a completamento di questa offerta propriamente formativa, ci sono i vari laboratori, cioè – spiega il parroco – la modalità pratica e competente di esperti che accompagnano e insegnano»: ballo, ballo sardo, canto, chitarra, cucina, manualità e soprattutto il teatro sia per i piccoli che per gli adulti come proposta che cresce e incoraggia all’incontro condiviso.

L’Oratorio è naturalmente il “cortile” dove incontrarsi e vivere in allegria. «La scelta dell’incontro – secondo don Stefano – passa attraverso lo stile del gioco, dello stare, del passare semplicemente che non dimentichi la condivisione degli spazi, nelle diverse età. L’allegria di cui parla San Domenico Savio, aiuta a richiamare lo stile di vita del proprio tempo libero, sia per i cristiani e per i non credenti e per le persone di altre religioni, ormai sempre più presenti nei nostri ambienti. E nel gioco e nel tempo libero, ci si incontra e ci si scontra. La serenità richiesta nello stare in Oratorio è mirato al frutto dell’incontro: la gioia. Il patto educativo ha come base questa virtù». 

La parrocchia ha sottoscritto una sorta di patto con i maestri e gli allenatori delle attività dilettantistiche presenti nelle strutture dell’Oratorio. Il dialogo con lo sport in questo senso «diventa per la proposta educativa un valore aggiunto, in cui basket, arti marziali (jiu jitsu, boxe, kickboxing, muay thai), pallavolo, pattinaggio, tiro con l’arco, si inseriscono nell’Oratorio e nella parrocchia come luogo di evangelizzazione, di fraternità, di tolleranza, di inclusione, di promozione della persona, della cura dei giovani e degli adulti».

Il valore aggiunto in tutte le attività e gli ambienti parrocchiali e oratoriani, in conclusione, sta secondo don Stefano «nella comunità e nella sua dimensione cittadina e diocesana. Non solo religiose, non solo sacerdoti, ma laici, giovani e ragazzi che si trovano uniti dallo stesso progetto: la persona e il suo futuro».


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