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L’Ortobene
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di Nuoro n. 35/2017 V.G.
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Direttore Responsabile:
Francesco Mariani
Il digiuno intermittente (D.I.) è un regime alimentare in cui si mangia solo in un determinato lasso di tempo, di solito compreso tra le 8 e le 12 ore e si digiuna (garantendo un’adeguata idratazione) per le restanti ore. Esistono diversi tipi: si va da restrizioni più “estreme” (astensione dal cibo per circa 24 ore) a quelle più “moderate”, dove si mangia 2 o 3 volte al giorno con 12 ore di digiuno notturno. Quest’ultimo è più “fisiologico” e si avvicina alle raccomandazioni della dieta mediterranea, poiché è consigliato cenare presto e non mangiare nulla sino all’indomani. Negli ultimi anni il D.I. è stato “pubblicizzato” da persone famose e presentato come “miracoloso” in termini di salute e benessere soprattutto nei Paesi ricchi (non certo in quelli poveri). Anche se oggi è “di moda”, in realtà, il digiuno è praticato sin dall’antichità, in particolare in ambito religioso, perché considerato un modo per purificarsi, rafforzare corpo e anima, fare penitenza, liberarsi del superfluo e un modo per avvicinarsi al divino. Pensiamo alla Quaresima cristiana, cioè ai 40 giorni che precedono e preparano alla Pasqua (con i giorni di astinenza dalle carni) al Ramadan islamico (digiuno dall’alba al tramonto per un mese) oppure all’Ebraismo con il digiuno del Tisha B’Av, per commemorare la distruzione del Tempio di Gerusalemme.
Ma quali sono gli effetti del D.I. per la salute? Uno studio del 1997 pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, rilevava che nei ratti di laboratorio il digiuno rallentava i processi di invecchiamento. Nuovi studi clinici hanno evidenziato che la restrizione alimentare porta a produrre varie molecole coinvolte nell’invecchiamento, favorendo la produzione di cellule nuove ed eliminando quelle danneggiate. Ci sarebbero inoltre diversi benefici a livello metabolico: miglioramento della sensibilità all’insulina, riduzione della glicemia, del colesterolo LDL e dei trigliceridi, con conseguente effetto positivo sulla salute cardiovascolare, metabolica in generale e sul peso corporeo, nonché un ruolo protettivo contro malattie neurodegenerative. I benefici del digiuno intermittente, tuttavia, possono variare da persona a persona e sono necessari altri studi per verificarne gli effetti a lungo termine.
Per praticare il digiuno intermittente, in modo sicuro ed efficace, è bene rivolgersi sempre al medico, per scegliere il metodo più adatto alle proprie esigenze, iniziando sempre con un approccio meno restrittivo. Durante le ore in cui è possibile mangiare, si deve seguire sempre una alimentazione equilibrata, con porzioni moderate, preferendo frutta, verdura, proteine magre, cereali integrali e grassi sani, evitando gli eccessi, i cibi processati, zuccheri raffinati e garantire una buona idratazione. Nelle ore in cui non è previsto il digiuno, non si può mangiare tutto ciò che si desidera, anche per non creare circoli viziosi pericolosi, con restrizioni e abbuffate che scatenano o peggiorano disturbi alimentari. Si possono verificare inoltre, alcuni effetti collaterali quali debolezza, fatica per sforzi minimi, mal di testa, insonnia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, sbalzi di umore, riduzione delle prestazioni fisiche e mentali, perdita della massa muscolare e disturbi ormonali. Pertanto il D.I. non può essere praticato in gravidanza e in allattamento, da bambini, adolescenti, in chi pratica intensa attività fisica, in presenza di disturbi alimentari o di malattie debilitanti, di diabete di tipo 1, di ipotensione, in caso si assumano alcuni farmaci e in convalescenza. Il D.I. non è adatto a tutti, inoltre i meccanismi di compenso attuati dal corpo, in risposta al digiuno, possono essere utili se la restrizione alimentare è di breve durata mentre se si prolunga eccessivamente, gli stessi meccanismi protettivi possono diventare dannosi.