Dati societari
L’Ortobene
Piazza Vittorio Emanuele 8
08100 Nuoro
–
Autorizzazione del Tribunale
di Nuoro n. 35/2017 V.G.
CRON. 107/2017 del 27/01/2017
C.F. 93003930919
–
Direttore Responsabile:
Francesco Mariani
«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo» (Mc 10, 35): la pagina evangelica di questa domenica inizia non con una semplice domanda di Giacomo e Giovanni ma con una pretesa che desidera piegare Gesù alla loro volontà. Spesso quando qualcuno comincia un discorso dicendoci «voglio che tu faccia così e così…» tendiamo ad allontanarci da chi che intende “pilotare” le nostre scelte e magari prendere il controllo della nostra vita. «Che cosa volete che io faccia per voi? Gli risposero: Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10, 36-37). Questa richiesta pretenziosa e assurda viene fuori dopo che Gesù ha annunciato ancora una volta la sua passione. Il Maestro si sarà sentito incompreso in quel momento: aveva bisogno di condividere la prospettiva del Calvario e invece i discepoli pensano a sé stessi, Lui parla di croce e loro di potere, quindi di visibilità ed esibizione di forza. Eppure Gesù approfitta di questa esigenza malsana per offrire un insegnamento: non vuole distruggere il desiderio dei discepoli di stargli accanto, lo vuole trasformare perché quella ricerca di grandezza sia purificata da una logica di dominio e superiorità.
Il Vangelo ci propone l’immagine del calice da bere: Gesù nella sua passione e morte, assumendo su di sé il peccato dell’umanità, berrà questo calice terribile che esprime il male del mondo («Padre, tutto a te è possibile, allontana da me questo calice!» – Mc 14, 36). Inoltre Gesù parla di battesimo da ricevere: sarà “immerso” nelle onde tumultuose e tenebrose di un abisso di sofferenze, nel mare tempestoso delle prove.
I due discepoli replicano in maniera netta affermando: «Lo possiamo» (Mc 10, 39). L’ostinazione impedisce di comprendere appieno le parole del Maestro, solo in teoria ora sono disposti a seguirlo: in realtà alla destra e alla sinistra di Gesù siederanno due malfattori crocifissi come Lui.
Questo dialogo genera uno strappo nel gruppo degli apostoli: la loro reazione è intrisa di gelosia verso i due fratelli che li hanno preceduti nel domandare un posto privilegiato e manipolare la comunità. Gesù non li rimprovera, salva la richiesta dei due e anche l’indignazione degli altri: li chiama a sé, li avvicina ricompattandoli e dimostrando che dietro ad ogni desiderio umano, anche i più storti, c’è sempre una matrice buona da evidenziare. «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti» (Mc 10, 42-44). Nel mondo c’è chi domina, ma non così dovrà essere tra i discepoli: si metteranno a fianco delle persone, o ai loro piedi, e non al di sopra. Nel mondo c’è chi opprime ma non così dovrà essere tra i discepoli: essi solleveranno le persone che le situazioni della vita hanno atterrato, le tireranno su donando loro un’altra luce, la stessa che sperimenteranno “al mattino del terzo giorno”, la luce della Risurrezione.