Infinitamente amati
Commento al Vangelo di domenica 6 aprile 2025 - V Domenica di Quaresima - Anno C
di Federico Bandinu
William Blake, La donna sorpresa in adulterio (1805 ca), Museum of Fine Arts, Boston
4' di lettura
5 Aprile 2025

Tradizionalmente nella V domenica di quaresima, appena prima della Settimana Santa, si compie un antico rito: la velatio. Questa tradizione, nata nel medioevo, serve plasticamente per entrare, in modo profondo, nell’intimità del rapporto con il Signore. La mancanza delle immagini sacre ci offre l’occasione, penitenziale, di sperimentare visivamente quel vuoto che provoca il peccato nella relazione con Dio. L’uomo, povero nel suo peregrinare nel mondo, ha bisogno di diversi stimoli; le immagini servono per richiamare le realtà più grandi. In questo tempo ci è richiesto di guardare solo Cristo. Come Gesù con l’adultera: «Misericordia et Misera» (Agostino). 

Gesù si avvia verso il monte degli ulivi ma torna verso il tempio. Il monte degli ulivi (luogo della manifestazione della gloria e quindi della relazione con il Padre) può attendere prima bisogna passare dal tempio e dal sacrificio. Nei gesti di Gesù scorgiamo la sua ferma decisione di amarci con tutto sé stesso. La rinuncia della sua autorità e dignità a favore dell’incontro con i peccatori ci onora e permette di attingere all’infinita sorgente della Misericordia. Gli scribi e i farisei lo vogliono fregare, tendendo insidie verso di Lui, vogliono metterlo alle strette. Ma Gesù al posto di vendicarsi, mettendoli esso stesso in difficoltà, apre loro una strada. «Chi è senza peccato scagli la prima pietra». Gesù li interpella, non come giudice severo, ma come maestro di libertà. È bello che si chini e guardi a terra quasi a non far sentire in soggezione i presenti (Cfr. Alcuino di York). Gesù rispetta la loro libertà. Egli dona loro libertà: da giudici (solo Dio è giudice) a uomini. Insieme alle pietre, che scivolano dalle loro mani, cadono anche i castelli che ci siamo costruiti per sembrare forti e inattaccabili. Dentro quei castelli – che tutti costruiamo – l’umanità urla la sua voglia di libertà, soffocando tra le pareti umide di apparenze e titoli la voce della coscienza riconosce di essere bisognosa di Salvezza. Si innalza il sussurro anelante: «Sal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera» (Sal 130). Gesù offre una via di libertà, dona una prospettiva di Verità. Gesù chino che scrive in terra sembra richiamarci all’umanità fragile e all’alleanza che in tutta la storia della salvezza è testimonianza di un Dio che sa abbassarsi sulla nostra pochezza per amarla. «Dio non sedeva sul trono del giudice quando si è chinato a terra» (Pesudo-Fulgenzio da Ruspe). Non c’è più l’accusatore, siamo soli con Cristo. Come la donna, la comunità credente è chiamata a riscoprirsi immersa nell’amore misericordioso del Padre. La donna è perdonata. Ha accolto questa relazione, si è lasciata amare. È amata. 

Sei amato! La Chiesa in questa tappa quaresimale è come se spegnesse le luci sugli affreschi delle nostre conoscenze teologiche, velasse le statue e le icone dei nostri impegni pastorali e lavorativi per illuminare il mistero centrale: sei infinitamente amato da Dio. Queste settimane sono centrali (solo se vuoi) per fare Pasqua con Lui. Con Cristo posso vivere il mistero della morte, sepoltura e risurrezione. L’adultera fa questa esperienza. Dalla morte del peccato, che l’aveva condizionata anche a livello sociale, ad un riscatto pagato non da noi (che siamo e rimaniamo miseri) ma da Cristo. «Neanch’io ti condanno; va e non peccare più». Il Signore sembra dirci: «Cammina, sii pellegrino, non scappare dal mio amore che gratuitamente hai ricevuto a prezzo del mio sangue».

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