Pentecoste: lo Spirito scombina i nostri progetti
Commento al Vangelo di domenica 5 giugno 2022 - Pentecoste - Anno C
di Michele Casula
Pentecoste, Entourage Caspar de Crayer. Fiandre 1584-1669 (particolare)
4' di lettura
7 Giugno 2022

Paura, chiusura, incomprensione, attesa. Poi uno straordinario ribaltamento: certezza, apertura, coraggio, annuncio. È il prima e il dopo della discesa dello Spirito Santo. Un gruppo di uomini e donne ancora incerti e chiusi nel loro piccolo mondo, fatto di ricordi, paure e nostalgie, vengono trasformati in una comunità coraggiosa e testimone, che l’uomo di ogni razza e nazione può ascoltare e capire. Non è una magia quella che avviene, ma si realizza la nuova creazione, che trasforma l’uomo e lo rende abitato da Dio «noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». Come nella creazione il “soffio” di Dio ha animato l’uomo e lo ha reso a immagine e somiglianza di Dio, così nella Pentecoste ha animato un gruppo di uomini chiusi e timorosi e li ha resi “creature nuove”, comunità che vive una missione nuova che abbraccia ogni uomo.

Quello della Pentecoste è uno straordinario mistero d’amore: Dio realizza e porta a compimento il suo progetto salvifico e rende la comunità umana partecipe di questo progetto, formando e animando la Chiesa. Un evento così straordinario non può essere descritto con parole umane ma solo con un linguaggio simbolico e la liturgia della Pentecoste è ricca di tanti simboli che evocano gesti e parole divine, come fu per la creazione.

In particolare questo avviene per lo Spirito Santo, che è la realtà più spirituale che ci sia, ma della quale si parla con i simboli più elementari: il vento, il soffio, l’alito umano, il fuoco, l’olio, il profumo, la luce, la colomba. Il vento esprime la forza e la libertà dello Spirito, il fuoco è lo Spirito che purifica, toglie ogni incrostazione spirituale e riscalda, l’olio profumato indica la vita redenta che profuma di Vangelo, la colomba indica l’armonia e la pace dopo la tempesta del peccato e la nuova alleanza che si costituisce.

Dentro questo mistero c’è un passaggio sostanziale: dal caos all’armonia, dal rumore alla quiete, dalla confusione all’unità, dall’incomprensione all’ascolto, dalla violenza al dialogo, dal conflitto alla pace. Lo Spirito Santo ci porta all’unità nel rispetto delle diversità, ricrea i nostri cuori, ci porta la pace di Dio. È il cerchio che si chiude: da Babele, simbolo della divisione e della incomunicabilità, al cenacolo, con le porte non più chiuse ma spalancate, simbolo dell’unità. Con la Pentecoste avviene una trasformazione radicale e abbiamo in dono il paraclito che ci guida nella lotta contro il maligno.

Scrive S. Ireneo (dal trattato Contro le eresie): «Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito su tutta la terra, da dove, come disse egli stesso, il diavolo fu cacciato come folgore cadente (cfr. Lc 10, 18). Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l’accusatore, possiamo avere anche l’avvocato. Il Signore affida allo Spirito Santo quell’uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l’immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l’immagine e l’iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore».

La liturgia della festa di Pentecoste mette in particolare evidenza la manifestazione e l’evento della Parola. Parola di Dio annunciata in lingue diverse, Parola di Dio ascoltata e capita da molteplici provenienze. Annuncio ed ascolto che unisce, fonde e raccoglie. Esperienza unificante ed aggregante in contrasto con la divisione e disgregazione della torre di Babele.
È lo Spirito che anima e rende giovani le nostre comunità di credenti lungo il cammino della storia. Accogliamo questo invito pressante a lasciarci coinvolgere e trasformare dallo Spirito di Dio.
«Dove irrompe lo Spirito Santo – dice Benedetto XVI in un suo libro – scombina sempre i progetti degli uomini». Allora, diciamolo con forza: vieni Spirito di Dio.

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