Parole in movimento: a proposito di poesia
Sull’arte di produrre composizioni verbali in versi che ha la capacità di rendere universale il sentire
di III C Liceo Classico Nuoro
5' di lettura
16 Gennaio 2025

Con questo contributo offriamo alla attenzione dei lettori un piccolo repertorio lessicale costituito da termini legati al mondo della poesia. Si tratta di parole che usiamo comunemente e del cui significato profondo non sempre siamo pienamente consapevoli. La ricerca etimologica riconduce questi termini ad una origine classica, che ci illumina sulle loro valenze e sul loro peso. Partiamo quindi proprio dalla parola Poesia: deriva dal latino pŏēsis, che è dal greco ποίησις, derivato di ποιέω che significa fare produrre. La poesia dunque, è l’arte di produrre composizioni verbali in versi, arte che, come diceva Quasimodo, produce un sentimento che il poeta pensa essere personale ma che il lettore avverte come suo, accende emozioni e crea empatia tra il poeta e il lettore o l’ascoltatore. La poesia in poche parole ha la capacità di rendere universale il sentire. Un compito nobilissimo dunque quello della composizione. E la parola italiana comporre deriva dal latino compònere (cum=insieme e pònere=porre, collocare) che significa porre insieme e mescolare varie cose per farne una; altrimenti è più comunemente formare, riferito a cose letterarie o musicali; scrivere di proprio concetto; modellaredisegnare di propria fantasia. Il verbo comporre denota dunque una creazione propria. Etimologicamente comporre significa realizzare un’opera o una costruzione complessa mettendo insieme diversi elementi costitutivi. Comporre una poesia significa organizzare ed elaborare ordinatamente le parole, e i propri pensieri, in forma scritta.  Ciò comporta la condivisione di sentimenti e stati d’animo; si tratta dunque di un’azione estremamente creativa e armoniosa che può generare piacere nel destinatario della composizione ed accrescerne le emozioni. E a proposito di emozioni: la personificazione è una figura retorica che consiste nell’attribuire caratteristiche, emozioni, o comportamenti umani a oggetti inanimati, animali o concetti astratti. Il termine deriva dal latino personificatio, formato da persona (mascheraruolo o personaggio) e da facere (farecreare). Questo strumento poetico consente di animare l’inanimato trasmettendo emozioni umane, rendendo più vivo il linguaggio poetico. Facilita la comunicazione simbolica in modo da far diventare più chiari i concetti tramite simbolismi, ed esprime in tutta la sua intensità il mondo naturale. Offre una maggiore profondità e intensità al significato complessivo di un testo, perché amplifica la realtà e ci invita a riflettere sul modo in cui vediamo e interpretiamo il mondo che ci circonda. 

Ancora un termine molto importante riferito alla poesia è il Ritmo derivante dal lat. rhythmus, legato al termine greco ῥυϑμός, affine al verbo ῥέω che significa «scorrere». Il ritmo è la cadenza musicale da cui deriva l’armonia poetica che caratterizza il verso. Esso è dato dal numero delle sillabe del verso e dagli accenti ritmici disposti secondo particolari schemi. Il ritmo è il succedersi ordinato nel tempo di forme di movimento, la frequenza con cui le varie fasi del movimento si succedono; percepita dall’orecchio (con alternanza di suoni e di pause) o dall’occhio (come alternanza di momenti di luce e momenti di ombra), oppure concepita nella memoria e nel pensiero. Una successione ordinata, a regolari intervalli di tempo, con cui si svolge un fenomeno, il ritmo delle stagioni, il ritmo di crescita di un organismo, la frequenza di successione di un fatto o di un fenomeno. Il ritmo in poesia è uno degli elementi fondamentali che contribuiscono a definire il carattere musicale del testo poetico. Nella metrica tradizionale il ritmo era regolato da precisi schemi, tuttavia anche la poesia libera possiede un ritmo: il poeta gioca con pause e ripetizioni, inventa una musicalità nuova, fluida e spezzettata, che rispecchia la complessità dell’esperienza moderna. Possiamo allora definire il ritmo come l’anima segreta del verso, il battito che scandisce il flusso delle parole e ne plasma la musicalità. È vibrazione, un’energia che guida il lettore fra pause, suoni e accenti, riflettendo il respiro stesso del poeta. Il contenuto della poesia in questo modo risulta amplificato, trasformato: il verso spezzato può evocare ansia, un’accelerazione evoca stupore, un rallentamento serenità. Il ritmo diventa così veicolo di emozioni e parla al lettore anche al di là delle parole. Concludendo: il ritmo costringe alla lettura attenta, sensibile, ricordando che la poesia non è solo un contenuto da capire ma un corpo, un movimento da seguire. È la danza invisibile che spinge ad immergersi nelle profondità del testo.


A cura degli alunni della classe III C del Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro: Claudia Beccu, Teresa Cerullo, Giada Deiana, Mariantonia Podda, Greta Vitzizzai. 
Coordinamento didattico: Venturella Frogheri

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