31 Gennaio 2022
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Sono oltre 360 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede, praticamente 1 cristiano ogni 7; 5.898 i cristiani uccisi per ragioni legate alla fede crescono del 23,8% (rispetto al 2021). Le chiese ed edifici connessi attaccati o chiusi sono 5110 (14 ogni giorno) in crescita del 13,8% rispetto al 2021; i cristiani arrestati senza processo, incarcerati sono 6175 (16 ogni giorno) con un incremento del 44,3% sull’anno scorso; quelli rapiti 3829 (10 ogni giorno) in aumento del 123,9% rispetto al 2021. È quanto, in sintesi, emerge dalla World Watch List 2022 (Wwl), la nuova lista dei primi 50 Paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo, presentata da Porte Aperte/Open Doors, organizzazione internazionale da oltre 60 anni impegnata a sostenere i cristiani perseguitati nel mondo. Secondo la Wwl, l’Afghanistan è oggi il Paese più pericoloso al mondo per i cristiani, che strappa questo triste primato alla Corea del Nord del dittatore Kim Jong-un. Nelle prime 5 posizioni, riporta la Lista, ci sono 4 nazioni islamiche. La Nigeria si conferma la nazione dove si uccidono più cristiani (4.650) al mondo. Il Pakistan, invece, è stabilmente la seconda nazione al mondo dove si manifesta più violenza anticristiana. L’Iran rimane tra le nazioni dove la vita della Chiesa è più difficile: costretti ad incontrarsi in piccoli gruppi clandestini in casa, i cristiani e le chiese sono percepiti come minacce al regime islamico. In India l’ondata di violenza contro cristiani e altre minoranze religiose da parte di bande di vigilanti è stata ignorata o addirittura incoraggiata da parte di leader politici. Tra le dinamiche persecutorie principali che emergono dalla Wwl 2022, anchequella dell’uso delle restrizioni Covid-19 perindebolire le comunità cristiane come in Cina e Vietnam. Con sempre più cristiani in fuga dalla persecuzione si assiste al fenomeno di una “Chiesa profuga”. Tra i circa 84 milioni di persone forzatamente sfollate nel 2021, sia all’interno del proprio Paese, sia – 26 milioni – oltre i confini molti, afferma il report, sono cristiani in fuga dallepersecuzioni: centinaia di migliaia sono colpiti dalla violenza islamista (nella regione del Sahel) o fuggono dall’arruolamento forzato (Eritrea), dalconflitto civile (Sudan), dalla repressione statale(Iran) e/o dall’oppressione familiare dovuta alla loro fede. La gran parte rimane nella propria regione, sfollata nel Paese o come rifugiata in nazioni vicine. In alcune parti dell’Africa Subsahariana la popolazione cristiana è di fatto quasi sparita. Negli ultimi anni, centinaia di chiese sono state chiuse in Burkina Faso, Mali, Niger, cui si sono aggiunte quest’anno 470 nella sola Nigeria. Una volta sfollati o in viaggio rischiano di diventare bersagli di estorsioni, traffico di esseri umani, stupri e detenzione, soprattutto se raggiungono la Libia. Molti sfollati e rifugiati cristiani continuano a vivere in Iraq, Siria, Libano e Giordania. Se sono una minoranza nei loro Paesi d’origine, riferiscono di ulteriori vulnerabilità quando si trovano nei campi per sfollati e profughi: possono subire discriminazioni (specie se ex musulmani convertiti alla fede cristiana) da parte dei funzionari e persino vedersi negare l’assistenza umanitaria e altre forme di assistenza pratica. Le donne cristiane riferiscono che la loro principale fonte di persecuzione è la violenza sessuale. A riguardo i ricercatori della Wwl hanno ricevuto rapporti di donne e bambini sottoposti a stupro, schiavitù sessuale, molestie e altro ancora, sia nei campi e soprattutto mentre viaggiavano in cerca di sicurezza. La povertà e l’insicurezza aggravano la loro vulnerabilità, costringendoli alla prostituzione per sopravvivere. La Wwl 2022 cerca anche di fornire dati sulla violenza contro le donne: un dato minimo di partenza, ma è solo la punta dell’iceberg, è oltre 3.100, a cui si sommano oltre 1.500 matrimoni forzati.
Nell’immagine: Chiesa distrutta in Iraq (Foto Porte Aperte/Open Doors) © riproduzione riservata