Il Signore ci conosce
Commento al Vangelo di domenica 4 maggio 2025 - III Domenica di Pasqua - Anno C
di Federico Bandinu
Cristo consegna le chiavi a San Pietro (1653 - 1661), Arazzo, Manifattura di Gobelins su disegno di Raffaello
4' di lettura
2 Maggio 2025

Siamo tornati nel mare di Galilea. Sembrano un accidente quei tre anni passati con Gesù, sembra un sogno la crocifissione e la risurrezione; si torna alla quotidianità. Pietro torna in quel mare, che aveva lasciato tre anni prima per seguire il Maestro. Ma ecco che Gesù si mostra. Non è immediato riconoscerlo Risorto e presente, ma c’è! La vita post-pasquale dei discepoli è come quella di prima: ci sono fallimenti, notti e assenza di pescato. La notte viene vinta solo dall’alba che è Cristo. È Lui il Sole Nuovo che non riconoscono nel fallimento. Tuttavia Egli non si stanca e, dopo averli cercati, da l’opportunità di riconoscerlo. «È il Signore», dice colui che è amato. Nella dinamica dell’amore è possibile riconoscere la fonte di ogni amore, la sorgente della vita nonostante la morte. Si preoccupa con amore tenero e paziente dicendo: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Non si ferma alle nostre chiusure e sterilità; al “no” non chiude il discorso ma dona strade nuove. In questo momento Gesù Risorto dimostra che la Sua Pasqua non è un momento storico ma un cammino quotidiano che chi è amato compie con Lui. Non è una Pasqua di facciata, sgombra dalle ombre della vita, ma di Risurrezione che parte dalla Morte e permette alla vita di rinasce dai tanti sepolcri quotidiani. Il Signore ci conosce! Conosce Pietro e gli altri discepoli. Sa le nostre lentezze, i nostri turbamenti e i nostri passi incerti. Tuttavia «la presenza di Gesù risorto trasforma ogni cosa: il buio è vinto dalla luce, il lavoro inutile diventa nuovamente fruttuoso e promettente, il senso di stanchezza e di abbandono lascia il posto a un nuovo slancio e alla certezza che Lui è con noi» (Papa Francesco). 

Pietro si butta dalla barca per andargli incontro. «L’uno più fervente, l’altro più contemplativo. L’uno pronto a partire, l’altro più acuto. Giovanni è colui che per primo ha riconosciuto Gesù, ma Pietro è il primo ad andare da Lui» (Giovanni Crisostomo). Il Signore ci incontra personalmente servendosi anche degli altri; Dio «Dispensatore di ogni Grazia e Ministero» (Preghiera di Ordinazione dei Diaconi) permette ad ognuno con il suo temperamento e la sua vocazione di aiutare tutti all’incontro con il Risorto che sazia la nostra fame, nutrendoci di un pane «che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia» (Gv 6,50). È Lui che chiama al banchetto i suoi discepoli. L’immagine escatologica ci annuncia una grande Grazia: sin da ora possiamo pregustare le meraviglie della Sua Bontà (cfr Gregorio Magno). Questo non accade in modo ovattato, senza legami con la storia di ognuno, ma, come finirono di mangiare, Gesù interpella Pietro. Non sono frasi di circostanza. «Pietro, scelto dal giudizio del Signore stesso a pascere il suo gregge, si meritò di sentirsi dire tre volte: Pasci i miei agnellini, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. E così nutrendo col buon cibo della fede il gregge di Cristo, lavò la colpa del suo errore passato. È questo è il motivo per cui è ammonito tre volte a pascere il gregge e tre volte gli viene domandato se ama il Signore: perché colui che tre volte Pietro aveva negato prima della crocifissione per tre volte fosse da Pietro confessato» (Ambrogio). Non sarà il suo gregge ma «in quanto pastori umani sono solamente rappresentanti di Cristo, il Vero pastore della pecore» (card. G.L. Muller). Questa prospettiva su Pietro eletto e prescelto tra i dodici (cfr Giovanni Crisostomo) offre l’occasione di ricordare e meditare sul dono grande del Papa defunto e del ministero petrino (cfr LG 22).


  • Ascolta il Podcast

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--