Homo artifex, natura creatrix
Riflessione sul rapporto tra l’uomo e la natura
di IV B Liceo Classico Nuoro
Dialogo tra i pastori Titiro e Melibeo, Virgilio, Bucoliche (Rijksmuseum)
6' di lettura
14 Febbraio 2024

Il tema del rapporto tra l’uomo e la natura interpella oggi particolarmente le nostre coscienze. Ancora una volta possiamo trarre dalla classicità utili riflessioni che ci aiutano a prendere coscienza di temi fondamentali per il nostro vivere. A partire dal mondo antico i filosofi presocratici si interrogavano sul rapporto tra uomo e natura, data la presenza degli umani, degli animali, dei vegetali e degli elementi naturali, uniti da un rapporto di esistenza comune. Si ideò perciò la concezione del vivere secondo etica, piuttosto che secondo scienza, corrispondente alla nostra attuale “coscienza ecologica”, la quale mostra i comportamenti che si devono attuare per essere in armonia con l’intero creato. Il termine natura creatrix indica una natura benevola e fertile che produce molti frutti, tipica di un locus amoenus, un luogo incontaminato, paradisiaco e sicuro per la vita degli uomini, nella letteratura latina ampiamente raffigurato ad esempio nelle Bucoliche di Virgilio. Lo stesso Virgilio nelle Georgiche riprende il mito dell’“età dell’oro”, secondo il quale nell’antichità vi sarebbe stata una lunga stagione durante la quale la terra generava da sola i propri frutti e gli uomini non avevano bisogno di svolgere nessun lavoro per vivere. Una volta terminata l’età dell’oro l’uomo dovrà lavorare per poter raccogliere quei frutti che ormai non crescono più spontanei. Come raccontato anche dal poeta greco Esiodo l’età dell’oro non dura per sempre, ma è destinata a concludersi. Ed ecco allora l’homo artifex o, per usare un sinonimo, faber, responsabile dell’urbanizzazione e della alterazione dei luoghi naturali, in grado di sfruttare i prodotti della natura a suo vantaggio. 

Partendo da tali definizioni la domanda sorge spontanea: la natura si rivelerà benevola o sfavorevole all’azione dell’uomo artifex, che intende sottometterla e sfruttarla al massimo? Senza dubbio la natura creatrix favorisce l’esistenza umana con tutto ciò che essa crea; tuttavia, questa natura benevola muta nel momento in cui l’uomo cerca di dominarla e sottometterla al suo volere e si ribella: solo per fare un esempio si può citare la tragedia della Marmolada, avvenuta il  3 luglio del 2022, che ha causato 11 morti e 8 feriti, senza apparenti cause se non quella dell’aumento della temperatura; questo è solo uno dei tanti avvenimenti che sembrano denotare una ribellione della natura verso i soprusi perpetrati dall’uomo nel corso dei millenni. L’uomo, colpevole di una progressiva e irrefrenabile dissacrazione della natura, ormai irrimediabilmente contaminata e forzatamente piegata ai suoi superficiali bisogni, non può far altro che assistere impotente, incapace di agire per frenare l’impetuosa forza della natura. Dunque, nonostante la sua immensa bellezza, la natura può anche diventare molto pericolosa per l’uomo. 

Come può l’uomo mettersi a confronto con la natura? Certo, la natura è meravigliosa: stando fermi e in silenzio di fronte a un paesaggio si possono ammirare i suoi colori, odorare i suoi profumi e sentire la sua voce che si esprime attraverso il vento, il fruscio delle foglie o il fragore dei tuoni. Ma se si pensa a quanto la natura non si riduca effettivamente a un mero paesaggio e che in realtà abbia una grandezza infinita e una forza sconvolgente, si comprende l’impossibilità di metterla a confronto con l’uomo. Egli però da sempre è stato spinto da un fervido istinto di sopravvivenza che lo porta attraverso ragione e forza fisica a sfruttare i beni della natura a proprio vantaggio. Da un lato l’uomo agisce facendo del bene alla natura, coltivandola e curandola per avere dei frutti, tuttavia, soprattutto oggi, in molti casi agisce in maniera sbagliata su di essa, sfruttandola e devastandola inesorabilmente: per esempio inquinandola, oppure disboscandola. Questi sono interventi non necessari, fatti dall’uomo solo perché convinto che la natura abbia risorse inesauribili che vanno sfruttate fino all’ultimo, quando in realtà non è cosi, e l’umanità ha dei doveri verso le generazioni future, preservando la natura così che ognuno possa trarne beneficio anche un domani, sempre rispettandola e rispondendo alle sue esigenze. 

L’uomo artifex dotato di intelligenza e volontà, ha il potere di plasmare l’ambiente circostante, ma questa capacità comporta una grande responsabilità. Mentre la natura agisce seguendo leggi intrinseche e cicli che mantengono l’equilibrio, l’azione dell’uomo può avere conseguenze positive o negative sulla natura stessa. La natura, dunque non agisce né bene né male; è semplicemente un sistema in equilibrio che risponde a leggi proprie. È l’essere umano che, con le sue azioni, può influenzare questo equilibrio. La riflessione sulla relazione tra uomo e natura ci spinge quindi a considerare come il nostro impatto sull’ambiente debba essere guidato da una consapevolezza etica e da un rispetto profondo per la bellezza e la complessità della natura stessa. Il ruolo dell’uomo dovrebbe essere orientato a preservare e valorizzare la creatività della natura, cercando un equilibrio sostenibile che consenta a entrambi di coesistere armoniosamente. Restare ancorati all’idea di una natura idealizzata, incontaminata, risulta qualcosa di irrealistico quanto pericoloso per la sopravvivenza umana, poiché l’uomo è stato creato caratterizzato dall’ingegno, grazie al quale ha conosciuto il progresso rispetto alle altre specie. Se è inevitabile che l’uomo sfrutti le risorse che trova in natura per sopravvivere, ciò che conta è farlo evitando di arrecare veramente danno ad essa, come purtroppo succede al giorno d’oggi e da ben prima con l’inquinamento. Il giusto equilibrio si ottiene quando l’homo artifex collabora strettamente con la natura creatrix.


A cura degli alunni della classe IV B del Liceo Classico “G. Asproni” di Nuoro

Nicola Alpigiano, Francesca Capurso, Fabiola Carta, Stefano Deriu, Marta Dessena, Rosella Fronteddu, Giuseppe Obinu, Emanuele Pinna, Marisa Piras, Pasquina Salis, Komil Teresa Singh, Paola Vilia, Angelica Zanda 

Coordinamento didattico: Venturella Frogheri

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